Filiera erbe officinali e spezie: serve cambio passo commerciale

Filiera erbe officinali e spezie: serve cambio passo commerciale

Roma, 9 mag. (askanews) – Il settore delle piante medicinali, erbe officinali e spezie spinge per una accelerazione sulla sostenibilità non solo produttiva e un cambio di passo a livello commercial commerciale. È quanto è emerso nel corso del convegno “La filiera officinale: un’assicurazione di qualità per il mercato dei prodotti naturali” ospitato nella kermesse di Macfrut nell’ambito del Salone Spices&Herbs Global Expo.

In un settore ancora dominato da metodi tradizionali di produzione in cui ha spazio prevalente la raccolta delle erbe spontanee, la crescente competizione con il settore farmaceutico rende necessario l’upgrade del settore non solo dal punto di vista produttivo, peraltro legato a quello normativo, ma anche da quello commerciale.

“A causa della complementarietà con il settore farmaceutico – ha detto Denzil Phillips, consulente ed esperto del settore – si sono perse intere filiere di erbe medicinali come ad esempio quella della Kava Kava, coltivata prevalentemente in alcune isole del Pacifico che, per la perdita di mercato, hanno perso una fonte principale di reddito”. Tra le piante che, per contro, hanno riscontrato un boom c’è, ad esempio, la barbabietola che sta diventando una vera e propria pianta medicinale.

L’evoluzione del settore porta a considerare nuovi canali di commercializzazione. Non più solo quello cosmetico o farmaceutico, dove peraltro la catena del valore non è distribuita in maniera equa anche rispetto alle pratiche usate dai coltivatori. Oggi i player non possono più prescindere dal coinvolgimento degli influencer nell’attività di marketing, così come il settore deve anche aprirsi al mondo delle dalle piattaforme di e-commerce già usate normalmente, ad esempio, dai produttori cinesi di erbe officinali e spezie.

“Oggi ci sono molti nuovi usi per le piante officinali ma la filiera produttiva non è ancora al passo – spiega Andrea Primavera, presidente FIPPO – A fronte dei nuovi sbocchi, ad esempio, nel settore delle biosoluzioni in agricoltura, dei coloranti, dei prodotti veterinari o degli integratori, ci si scontra con una catena di approvvigionamento fragile, legata alla fluttuazione dei prezzi, alle possibili contaminazioni ambientali, alla mancanza di programmazione o al cambio climatico, ma soprattutto obsoleta”.

L’80% delle materie prime infatti ancora oggi deriva da raccolta spontanea e sistemi arcaici di produzione e accesso al mercato. Tutto ciò in un contesto in cui si assiste al fenomeno della scomparsa degli stessi raccoglitori spontanei. Una vera e propria idiosincrasia con il mondo dei consumi che, per contro, cresce”.

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