Euro digitale, rassicurazioni (e pressing) da Bce e Commissione Ue

Euro digitale, rassicurazioni (e pressing) da Bce e Commissione Ue

Roma, 14 lug. (askanews) – L’euro digitale serve a preservare il ruolo del contante, non a farlo sparire, creandone una versione appunto digitalizzata, non sarà uno strumento di controllo sociale e non sarà programmabile. Sono alcune delle rassicurazioni su cui si sono prodigate Banca centrale europea e Commissione europea, durante una inusuale audizione congiunta al Parlamento Ue, sul progetto per la moneta digitale.

Inizialmente i rappresentanti delle due istituzioni – per Bruxelles il commissario all’economia, Valdis Dombrovskis, e il direttore generale per servizi finanziari, John Berrigan, per la Bce il componente del Comitato esecutivo che ha la delega sui sistemi di pagamento, l’italiano Piero Cipollone – hanno rilanciato il pressing sugli eurodeputati affinché procedano all’adozione di una legge che spiani la strada a questo progetto. Ma poi i quesiti rivolti da alcuni parlamentari Ue hanno portato il dibattito su aspetti evidentemente ancora controversi.

Come il sospetto l’euro digitale possa risultare uno strumento per abolire il contante: “questo è il motivo per cui abbiamo formulato due proposte in parallelo – ha replicato Dombroskis -: una sull’euro digitale e una sul corso legale del contante, che crea obblighi di disponibilità e accettabilità da parte degli operatori”.

Inoltre l’euro digitale “non sarà programmabile – ha proseguito il lettone -. E la Bce non avrà la possibilità di bloccarne l’uso ai singoli”. Non potrà quindi estromettere singoli cittadini dal suo uso. E in ogni caso il suo utilizzo “avverà unicamente su base volontaria da parte dei cittadini”.

“La moneta digitale che emetteremo non sarà programmabile: significa che non potrà essere usata solo per uno scopo – ha ribadito Cipollone -. Quello che consentiremo sono i pagamenti condizionali, che sono una cosa completamente diversa. Cioè il fatto che un pagamento può essere attuato unicamente quando si verificano determinate condizioni”.

Succede già oggi, ma unicamente avendo come parametro il tempo. “Pensiamo di poter fare meglio”: Cipollone ha fatto l’esempio di condizionare il pagamento del biglietto di un treno se questo arriva in orario. “Su questo concetto abbiate pazienza – ha detto -: tra due mesi faremo un rapporto con 70 casi di uso di questa funzionalità”.

O ancora sulla tracciabilità. “La Bce non potrà tracciare i pagamenti della gente. La Bce vedrà solo tre cose: un codice, un ammontare e un altro codice. L’entità che è dietro non sarà visibile e in ogni caso, se la gente è così spaventata, l’euro digitale consentirà anche pagamenti off line, che saranno visibili solo al pagatore e pagato. In questo senso – ha proseguito Cipollone – l’euro digitale offrirà una soluzione di privacy molto avanzata”.

Il dibattito sui rischi di abusi insiti in una valuta digitale della Banca centrale (Cbdc), cioè quello che sarebbe l’euro digitale, si è accentuato dopo che negli Stati Uniti l’amministrazione Trump ha intrapreso una strada diametralmente opposta a quella della Ue: ha vietato alla Federal Reserve alle altre agenzie federali di sviluppare o consentire l’utilizzo di Cbdc. Questo mentre molti esponenti repubblicani e dell’ala “Maga”, che sostengono il tycoon, ritengono che le Cbdc possano essere sistemi di controllo statale delle masse, incompatibili con le libertà dei singoli.

Washington punta piuttosto sulle Stablecoin, criptoasset agganciati a un titolo sottostante, in questo caso il dollaro, per cercare di avere quella stabilità che finora è chiaramente mancata a prodotti come il Bitcoin. Le istituzioni Ue, per parte loro, guardano alle stablecoin con crescente diffidenza e a quelle in dollari, in particolare, come a possibili minacce per la sovranità monetaria.

Su questo il banchiere centrale ha ribadito un’allerta che aveva già lanciato: il percorso scelto dagli Usa potrebbe essere un meccanismo per creare comunque una valuta digitale della Banca centrale “ibrida”, ha detto. Perché ci sta una provvedimento che potrebbe consentire alle emittenti di Stablecoin di avere accesso ai fondi della riserva federale. Alla fine “questo è un modo ibrido di fare una moneta digitale, che significa che il signoraggio invece di essere del pubblico andrà all’emittente di Stablecoin. Noi non lo facciamo: perché il signoraggio appartiene al pubblico – ha rivendicato – anche con l’euro digitale”.

Quello del signoraggio è un elemento chiave anche rispetto al tema dei costi dell’euro digitale. Cipollone ha ricordato che le stime iniziali ipotizzavano che potessero spaziare tra 400mila e 1,2 miliardi di euro. E verrebbero coperti appunto con il signoraggio. Mentre al momento ogni calo del ruolo del contante “non va a vantaggio delle soluzioni europee, ma di soluzioni di pagamento americane”. E aumenta i ricavi da commissioni a favore di operatori di carte di pagamento Usa.

Nell’area euro il ruolo del contante nei pagamenti quotidiani in termini di volumi è sceso dal 68% del 2019 al 40% del 2024 e, in valore, dal 40% al 24%, ha ricordato l’esponente della Bce.

Questo ha delle implicazioni rilevanti. “Il ruolo del contante sarà ridotto in maniera cospicua se non creiamo un equivalente digitale. E se non saremo in grado di farlo – ha proseguito – non ottempereremo la nostra responsabilità di Banca centrale rispetto al pubblico che serviamo”. Secondo Cipollone l’euro digitale preserverebbe il ruolo della moneta come bene pubblico accessibile a chiunque e accettato universalmente.

Un altro elemento oggetto di quesiti è stato quello dei limiti alla detenzione. Nei propositi dei promotori dell’euro digitale, serve ad evitare il rischio che la gente smetta di depositare fondi in banca, con effetti destabilizzanti per il sistema. “Chi esattamente deciderà questi limiti è oggetto di discussione nel processo legislativo – ha riferito Dombrovskis – la Commissione propone che sia la Bce, ma ci aspettiamo anche di avere un ruolo in questo”. E non è da escludere che anche gli gli Stati Ue vogliano avere un ruolo, come del resto è attualmente sull’imposizione di limiti ai pagamenti in contante, ad esempio.

Ad ogni modo il quadro della procedura per l’adozione di una legge Ue non sembra procedere così speditamente come era stato auspicato dalla Bce, che sperava inizialmente che questa tappa si completasse entro l’autunno, in modo da consentire a un successivo Consiglio direttivo di deliberare i passi ulteriori verso il lancio della Cbdc Ue.

Eloquente il fatto che su un tema parallelo, quello delle nuove “salvaguardie” dalle Stablecoin – a cui sta lavorando la Commissione Ue e da aggiungere a una normativa Ue pur recentissima (la Mica) – la presidente della Commissione affari economici e monetari del Parlamento Ue, la francese Aurore Lalucq, abbia lamentato che “i parlamentari Ue, pur essendo colegislatori, non sanno assolutamente nulla”.

Tornando all’euro digitale, “noi siamo pronti – ha detto Cipollone -. Dal momento che la legislazione Ue è pronta ci serve un anno e mezzo per fare l’infrastruttura, che sarà molto sofisticata e resiliente, e poi ci serve almeno un anno per fare sperimentazioni con gli operatori, per assicurare che funzioni tutto in maniera sicura”. Mentre ogni giorno che passa, ha insistito, e che il ruolo del contante si riduce, va a vantaggio di operatori non Ue.

“Ci sono molte disinformazioni e teorie complottistiche che circondano questo lavoro. Richiederanno penso molta pazienza e lavoro di comunicazione e ‘debunking’. Dobbiamo insistere, insistere e cercare di spingere la realtà”, ha concluso Dombrovskis. (fonte immagine: European Union 2025 – EP).

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