Esce XX rapporto Osservatorio sulle migrazioni a Roma e nel Lazio

Esce XX rapporto Osservatorio sulle migrazioni a Roma e nel Lazio

Milano, 19 giu. (askanews) – “Per la particolare categoria di “pellegrini” rappresentata dai migranti, Roma e il Lazio sembrano smentire decisamente la secolare tradizione di ospitalità che, attorno alla Capitale, si è sempre manifestata durante i giubilei. L’accoglienza di richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale nelle strutture preposte, infatti, è ancora oggi in gran parte caratterizzata da un esasperato ammassamento in luoghi affollati, solitamente privi di percorsi mirati all’integrazione, gestiti spesso da società for profit che se li sono visti aggiudicare con affidamenti diretti. Al contempo, le politiche nazionali per l’ingresso di nuovi lavoratori dall’estero continuano a riproporre l’irrealistico sistema delle chiamate nominative ‘al buio’ da far rientrare nelle quote annuali, che a Roma mostra tutto il suo fallimento, amplificato dalla complessità burocratica della Capitale e dalle filiere di sfruttamento sistemico della manodopera immigrata, ingrossando la sacca del lavoro nero, non tutelato e sottopagato”. È quanto emerge da alcuni degli approfondimenti del XX rapporto Osservatorio sulle migrazioni a Roma e nel Lazio, realizzato dal Centro Studi e Ricerche IDOS in collaborazione con l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”, che sarà presentato il 25 giugno nella sala della Protomoteca in Campidoglio.

Di seguito quanto si legge nella nota.

Un sistema irragionevole

La rete italiana dei centri per migranti forzati è oggi essenzialmente articolata su due canali: il Sistema di accoglienza e integrazione (Sai), che ospita circa 40 mila titolari di protezione internazionale in piccole strutture (spesso appartamenti) coordinate dai comuni, con un accompagnamento individuale per l’apprendimento della lingua, l’accesso ai servizi sociosanitari, l’autonomia; e i Centri di accoglienza straordinaria (Cas), strutture spesso più grandi dove vivono relegati altri ben 100 mila richiedenti asilo in attesa di risposta, quasi sempre lontane dai centri abitati e senza alcun servizio aggiuntivo oltre vitto e alloggio. Mentre a livello nazionale il numero di Cas e di presenze hanno conosciuto un lieve calo nel 2024, a Roma e nel Lazio, dove già nel 2023 c’era stato un aumento di ben 3.000 posti, si è registrata un’ulteriore crescita di oltre l’8%, arrivando a quasi 10 mila posti e a 10.500 presenze giornaliere di media. La regione così concentra nei Cas ben l’82% di tutti i migranti in accoglienza, contro il già grave 77% della media italiana. In particolare, nella Città metropolitana di Roma ha sede più della metà dei posti Cas della regione, per il 92,3% concentrati in strutture con oltre 50 posti, 3 delle quali di oltre 300 (tra cui una oltrepassa i 600). La capienza media supera, così, i 100 posti, la più alta tra tutte le province italiane. A livello regionale, il 30% dei Cas è gestito da enti for profit, che spesso si limitano a un mero servizio alberghiero. Persiste inoltre la posizione di quasi monopolio di pochi enti che gestiscono più centri sul territorio: uno che controlla quasi un quarto dei posti del Lazio (2.374), con una quota di strutture gestite che arriva al 43% del totale, e un altro che, nella provincia di Viterbo, gestisce 12 strutture e il 65% degli 886 posti del sistema locale. “A chiudere il cerchio di un sistema irrazionale – scrive IDOS – privo di programmazione e ordinariamente in emergenza è l’ampio ricorso agli affidamenti diretti, che nel 2023 hanno riguardato più del 66% dei contratti per la gestione dei Cas regionali e oltre l’81% nella prefettura di Roma”.

“Ma anche il sistema dei Decreti flussi continua a mostrare la sua cronica disfunzionalità”, continua la nota, spiegando: stando al monitoraggio della campagna “Ero straniero”, a fronte di quasi 32.300 domande presentate nei 3 click day di dicembre 2023, i nulla osta rilasciati sono stati 1.568 (il 4,9% delle domande) e alla fine solo 40 si sono tramutati in permessi di soggiorno (ovvero il 2,6% dei nulla osta).

“Roma, quindi, riflette in maniera esemplare il fallimento del sistema di ingresso dall’estero di lavoratori stranieri, soffrendo in misura amplificata le gravi conseguenze di un impianto normativo nazionale del tutto inadeguato, che però i governi di turno continuano a riproporre a scapito di lavoratori stranieri, datori di lavoro e territori” si aggiunge.

Il lato positivo Eppure, nell’anno del Giubileo permangono, soprattutto a Roma, diversi segni di speranza. Il rapporto ricorda tra gli altri il Gris (Gruppo immigrazione e salute), nato esattamente 30 anni fa: un coordinamento di medici, associazioni di volontariato e di tutte le aziende sanitarie pubbliche del Lazio che ha letteralmente fatto la storia nel diritto alla salute dei migranti in difficoltà.

Il 2025 è l’anniversario anche di una realtà più giovane, ma molto significativa: quella dei volontari di Baobab Experience, che tra il 2015 e il 2025 ha accolto nei suoi presidi a Roma circa 110 mila stranieri appena arrivati in Italia. Vengono anche citati: le 90 associazioni riunite in Scuolemigranti, una rete che nel 2023/2024 ha attivato 87 scuole di italiano (il doppio del sistema pubblico); il progetto “Community matching”, gestito da Refugees Welcome Italia e volto a creare relazioni di mentoring tra autoctoni e richiedenti asilo; il Centro Astalli, con le sue storiche attività in favore dei rifugiati; la Casa dei diritti sociali e la sua assistenza per l’accesso ai diritti. Senza dimenticare gli interventi del Comune di Roma, come il coordinamento di ben 1.285 posti nel circuito Sai con numerosi progetti collegati e, nell’anno giubilare, la predisposizione di 4 tenso-strutture per ospitare senzatetto, pellegrini e poveri.

Il XX rapporto Osservatorio sulle migrazioni a Roma e nel Lazio si compone di 368 pagine, 52 capitoli e 48 pagine di tavole statistiche. Verrà presentato mercoledì 25 giugno a Roma, alle ore 16, presso la Sala della Protomoteca in piazza del Campidoglio. Clicca qui per il programma. Durante la presentazione sarà possibile scaricare gratuitamente la pubblicazione dal sito dossierimmigrazione.it.

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