Danza, “Les Étoiles pour homme” il 13 luglio al Ravenna Festival

Danza, “Les Étoiles pour homme” il 13 luglio al Ravenna Festival

Roma, 23 giu. (askanews) – “Les Étoiles pour homme” chiuderà il Ravenna Festival il 13 luglio al Palazzo Mauro De André (ore 21.30). Lo spettacolo vuole lanciare “un guanto di sfida” a George Balanchine che sosteneva che “Il balletto è donna”. A dispetto di quanto asseriva il grande coreografo, i protagonisti di questo gala internazionale di danza, con la direzione artistica di Daniele Cipriani, si declinano tutti al maschile. Con un titolo che prende in prestito la descrizione usata comunemente nel branding dei profumi, “pour homme”, questa edizione speciale – un progetto in esclusiva per il Ravenna Festival – porterà sul palcoscenico la danza maschile con il suo seducente accordo tra forza e grazia.

Ci saranno la stella internazionale Sergio Bernal (Sergio Bernal Dance Company), Davide Dato (Opera di Stato di Vienna), Lloyd Knight (Martha Graham Dance Company), Matteo Miccini e David Moore (Balletto di Stoccarda), i poeti della danza Sasha Riva e Simone Repele (Riva&Repele), nonché la “divina” Tatianna Youbetyabootskaya (al secolo Andrea Fabbri, unico danzatore italiano della troupe en travesti Les Ballets Trockadero de Monte-Carlo). Con loro, i danzatori della MM Contemporary Dance Company (Lorenzo Fiorito, Mario Genovese, Nicola Stasi, Giuseppe Villarosa). In alcuni momenti dello spettacolo suoneranno dal vivo il violinista Andrea Obiso (primo violino dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia), il violoncellista Alessio Pianelli, e il chitarrista Daniel Jurado.

Le coreografie portano firme prestigiose, tra cui quelle di Maurice Béjart, Martha Graham, Jerome Robbins, Christopher Wheeldon, Marco Goecke, e il programma include anche molte “prime”, lavori rappresentati per la prima volta in Italia o in Europa, alcuni commissionati appositamente. Inoltre, aleggia (come si vedrà) il profumo, la presenza spirituale, di due tra i più celebri protagonisti della danza maschile di tutti i tempi: Rudolf Nureyev e Mikhail Baryshnikov. “Se noi siamo qui e danziamo, è anche grazie a voi”, sembrano voler dire i danzatori di Les Étoiles pour homme.

Una parata di talenti, ma soprattutto un inno alla libertà dell’Uomo (inteso qui non come genere maschile, bensì come rappresentante dell’umanità nel suo insieme), una libertà che la danza in ogni sua sfaccettatura incarna.

Lloyd Knight danzerà Lamentation che la madre della modern dance Martha Graham creò per se stessa nel 1930 e che finora aveva visto solo interpreti femminili. Knight è infatti il primo uomo a interpretare questo brano storico. Racchiuso in un costume somigliante a una crisalide, il danzatore non si rassegna alla prigionia della sua condizione; ne uscirà una farfalla, un’anima libera dai confini del corpo? Un tema, la libertà, che Knight tocca con accenti politici in Complete the Revolution di Christopher Wheeldon, danzato sul celebre discorso “Jobs and Freedom” che fu pronunciato dall’attivista per i diritti degli afroamericani, John Lewis, in occasione della Marcia su Washington del 1963. A Ravenna questo assolo viene presentato in in forma teatrale per la prima volta.

Matteo Miccini e David Moore sono i protagonisti di Chant du compagnon errant, balletto di Maurice Béjart su un Lied di Mahler (alla creazione danzavano Rudolf Nureyev e Paolo Bortoluzzi) che descrive il viaggio della vita alla ricerca del proprio destino. in cui non è difficile scorgere un’affermazione della diversità. Tema, questo, sempre presente anche nei lavori di Riva&Repele (qui interpreti di loro coreografie: una prima europea, Life is Beautiful, nonché, grande sorpresa della serata, una creazione in prima assoluta sul passo a due del “Cigno Bianco” tratto dal Lago dei Cigni di Ciaikovsky). I due arrivano a Ravenna dirittamente dalle Terme di Caracalla di Roma dove, pochi giorni prima, sarà andato in scena il loro West Side Story. Le coreografie originali del musical di Bernstein erano di Jerome Robbins e proprio del coreografo americano a Ravenna si rappresenterà Suite of Dances, interpretato da Davide Dato su quattro movimenti tratto dalle Suite per violoncello di J.S. Bach, suonate dal vivo da Alessio Pianelli. Questo balletto fu cucito su misura per un grande ballerino come Baryshnikov e si vede: infatti, contiene ogni possibile movimento di danza che un coreografo, con un fuoriclasse a disposizione, gli farebbe eseguire. Dato, una delle glorie della danza italiana all’estero, ne sarà pienamente all’altezza.

Sergio Bernal, caso unico di bailaor di flamenco e bailarín classico, porta a Ravenna il vigore primordiale della danza iberica in Farruca a dos, accompagnato da Daniel Jurado alla chitarra (il brano è una prima assoluta), insieme a Rodin, assolo ispirato a Il Pensatore, opera emblematica dell’artista francese; qui Bernal infonde del soffio vitale la scultura che rappresenta il pensare umano, ambito in cui l’Uomo (sempre con la “U” maiuscola), può veramente essere libero.

Armoniosa Unità è la nuova versione, commissionata per Les Étoiles pour homme, di una coreografia di Michele Merola ed Enrico Morelli. Accompagnati dalla splendida Ciaccona di Bach, eseguita dal vivo da Andrea Obiso che suona un Guarneri del Gesù, i quattro interpreti danzano la possibilità di percorrere, in unione e anche nella diversità, una strada che porti al bene comune. Al volo degli uccelli, da sempre simbolo di libertà, allude anche, in prima italiana, Kiss a crow, di Marco Goecke, fra i maggiori coreografi contemporanei. Qui il pennuto non è un cigno, bensì un corvo, una cornacchia forse (danza Matteo Miccini). Tuttavia è un cigno, anche se piuttosto spennacchiato, quello interpretato, a chiusura del gala, dal “Trock” Youbetyabootskaya/Fabbri nella parodia de La morte del cigno di Mikhail Fokine. Può sembrare singolare chiudere un gala di grande danza e alti riferimenti con un momento di leggerezza, eppure ha un suo perché: etimologicamente, la radice delle parole “spiritoso” e “spirituale” è la medesima. Daniele Cipriani, ideatore e direttore artistico di questo gala, ha sottolineato: “L’invito è a trovare la connessione tra i due aspetti complementari dell’esperienza umana, a trovare un equilibrio tra leggerezza e profondità. L’umorismo può alleggerire il peso della vita per permettere allo spirito umano di spiccare il volo verso quelle vette a cui noi tutti, uomini e donne, aspiriamo”.

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