
“Cucina per la vita”, top chef per campagna UNHCR “Torniamo a sentire”
Roma, 14 lug. (askanews) – Ogni giorno scorriamo video di ricette invitanti sui social. Ma cosa succede se un video si blocca all’improvviso? È fastidioso, certo. Ma è infinitamente più drammatico quando a interrompersi sono l’accesso al cibo per milioni di persone e l’assistenza umanitaria. È da questa drammatica realtà che nasce “Cucina per la vita”, un’iniziativa di UNHCR che coinvolge alcuni tra i più noti chef italiani: si sono già attivati sui loro canali social Francesco Apreda, Barbara Agosti, il duo Alessandra e Roberto Casamenti e si attiveranno nei prossimi giorni Cristina Bowerman, Luciano Monosilio, Roy Caceres e Cesare Battisti. Con un gesto simbolico potente, gli chef pubblicano sui propri canali social delle video-ricette che si interrompono bruscamente nel momento clou della preparazione. Solo con il contributo del pubblico la ricetta può essere completata, così come solo con la solidarietà collettiva si può garantire cibo e assistenza a chi fugge dai conflitti e che sta scontando le catastrofiche conseguenze dei tagli agli aiuti umanitari.
L’iniziativa sostiene la campagna “Torniamo a sentire” di UNHCR, che mira a raccogliere fondi per offrire protezione e assistenza ai rifugiati e agli sfollati in Sudan, Sud Sudan, Ciad ed Etiopia. In questi Paesi, milioni di rifugiati e sfollati vivono in condizioni di insicurezza alimentare acuta. Nel corso di quest’anno si sono ritrovati, da un giorno all’altro, con razioni di cibo drasticamente ridotte o completamente azzerate a causa dei repentini e drastici tagli ai fondi per gli aiuti umanitari.
Quasi 1 milione di rifugiati sudanesi rischiano infatti di non ricevere più alcuna assistenza alimentare, 500 mila sfollati in Sudan di non avere più accesso all’acqua, ai servizi igienici e all’assistenza medica. In Etiopia sono stati chiusi quattro dei sette servizi nutrizionali per rifugiati, mettendo a rischio di malnutrizione grave 80 mila bambini sotto i cinque anni. In Ciad c’è solo un medico ogni 52.000 pazienti e il 14% dei bambini è malnutrito, la fornitura giornaliera di acqua è di soli 5 litri a persona, ben al di sotto dello standard internazionale di 15-20 litri per il fabbisogno giornaliero di base. Questa grave carenza costringe le famiglie a fare scelte impossibili che mettono a rischio la loro salute e la loro dignità.
I nostri team presenti in Ciad hanno intervistato oltre 6.800 rifugiati sudanesi, il quadro che viene fuori è sconcertante: il 72% ha riferito di gravi violazioni dei diritti umani, tra cui violenze fisiche e sessuali, detenzione arbitraria e reclutamento forzato; il 60% ha dichiarato di essere stato separato dai propri familiari. In Ciad è in corso una devastante crisi che colpisce i bambini. Il 66% di quelli in età scolare non ha accesso all’istruzione. Emblematica è la storia di Hawa, una bambina di sette anni fuggita dal Sudan con la sorella maggiore dopo aver perso la madre, il padre e due fratelli in un bombardamento. Durante l’attacco, Hawa ha riportato gravi ferite e le è stata amputata una gamba. La sua storia è solo una tra le innumerevoli che riflettono il devastante tributo fisico e psicologico sui civili della guerra in Sudan.
“Desidero innanzitutto ringraziare di cuore tutti gli chef che, con entusiasmo e generosità, hanno scelto di affiancarci in questa iniziativa – dichiara Laura Iucci, direttrice della raccolta fondi di UNHCR Italia -. Il loro contributo è prezioso perché ci aiutano ad accendere i riflettori su crisi dimenticate di cui si parla poco ma che stanno causando un’enorme sofferenza per centinaia di migliaia di persone. I tagli stanno soffocando l’intero sistema di risposta umanitaria, condizionando pesantemente la nostra capacità di offrire protezione, assistenza e speranza. Siamo dinanzi a una crisi profonda che colpisce l’umanità, mina la sicurezza e ha un impatto fortissimo sui bambini. Con la campagna ‘Torniamo a sentire’ facciamo appello alla generosità di tutti, perché, come ricordano gli chef nei loro video, salvare vite non è un’azione che si può lasciare a metà”.
Secondo il Rapporto Globale sulle Crisi Alimentari (GRFC), l’insicurezza alimentare acuta in Sudan colpisce 25,6 milioni di persone e la malnutrizione acuta colpisce 3,7 milioni di bambini dai 6 mesi ai 5 anni e 1,2 milioni di donne in gravidanza e in allattamento. La situazione è molto grave anche nei Paesi di accoglienza dei rifugiati sudanesi: in Etiopia 22 milioni di persone sono in condizioni di insicurezza alimentare acuta, in Sud Sudan 7,1 milioni e in Ciad 3,4 milioni. Nonostante i tagli, UNHCR è presente sul campo dove continua il suo lavoro di assistenza e protezione di rifugiati e sfollati. Fra le altre cose, forniamo: protezione e supporto psicosociale a rifugiati, bambini e vittime di violenza di genere; monitoraggio e trattamento della malnutrizione; cliniche mobili e assistenza sanitaria d’emergenza; assistenza economica diretta per coprire i bisogni essenziali. Ma le risorse sono drammaticamente insufficienti: il Piano regionale di risposta umanitaria per il Sudan è finanziato soltanto al 15%, serve l’aiuto di tutti. Fino ad oggi hanno aderito all’iniziativa Francesco Apreda con le sue Polpettine all’estratto di ragù napoletano; Barbara Agosti con la ricetta del Minestrone estivo; il duo Alessandra e Roberto Casamenti con i Cappelletti estivi della Romagna toscana; Cristina Bowerman con la Falsa pizza di sedano rapa; Luciano Monosilio con Pomodoro | Gazpacho | Latte di Cocco; Roy Caceres con Ceviche, mais, spaghetti; Cesare Battisti con Risotto al limone e rosmarino.