Copagri: declassamento lupo intervento atteso da tempo

Copagri: declassamento lupo intervento atteso da tempo

Roma, 8 mag. (askanews) – “Il declassamento del lupo da specie ‘strettamente protetta’ a ‘protetta’ segna un vero e proprio punto di svolta nella gestione del predatore, accogliendo le crescenti preoccupazioni dei produttori agricoli legate ai danni provocati da questi animali agli allevamenti in Europa e Italia e rappresentando una grande opportunità per addivenire a una gestione più equilibrata del predatore”. Lo evidenzia il presidente della Copagri Tommaso Battista a seguito del voto del Parlamento Europeo, con cui si conclude un lungo percorso partito da una delibera approvata dal Comitato permanente della Convenzione di Berna.

“Si tratta di una decisione storica, con la quale si riconosce il miglioramento dello stato di conservazione del predatore negli ultimi anni”, afferma il presidente, ad avviso del quale “la strada intrapresa è assolutamente corretta, anche se ora bisogna lavorare per intervenenti che consentano una gestione più flessibile del lupo, che sempre più spesso rappresenta un notevole fattore di rischio per i produttori agricoli e i cittadini”.

“Con il voto odierno non si andrà a incidere sulla protezione del lupo, di cui sarà necessario continuare a garantire la fondamentale tutela in termini di biodiversità, ma si interverrà per puntare a una gestione più equilibrata della specie, tenendo in debita considerazione l’espansione incontrollata dei predatori, i cui attacchi sono sensibilmente aumentati negli ultimi anni, in particolare nelle zone di montagna, ma anche, come dimostrato da recenti fatti di cronaca, a ridosso dei centri cittadini, con evidenti rischi sulla pubblica incolumità”, rimarca Battista.

“Soltanto nell’ultimo decennio, infatti, il numero di lupi in Italia è aumentato di oltre l’80%, al pari di quello degli ungulati, che è passato dai 900.000 capi del 2010 agli oltre 2 milioni del 2020, con un preoccupante aumento del 111%”, continua il presidente, ad avviso del quale “la sfida ora è quella di individuare un approccio bilanciato ed equilibrato, che vada a conciliare le tre anime della sostenibilità, ovvero economica, ambientale e sociale”, ha concluso.

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