
Copa e Cogeca: servono misure concrete per proteggere colture
Roma, 23 giu. (askanews) – In termini di protezione delle colture, si prospetta una situazione di stallo totale se la Commissione non interviene rapidamente. Lo sottolineano in una nota il Copa e la Cogeca sottolineando il problema della diminuzione del numero e della tipologia di pesticidi: “dal 2001, il numero di principi attivi fitosanitari disponibili è crollato da 900 a 422 sostanze – specificano – Da giugno 2019 abbiamo registrato una perdita netta di 85 sostanze, senza che alcun prodotto convenzionale sia stato approvato per sostituirle. Il ritmo di questi ritiri sta accelerando rapidamente. Al centro di questa imminente carenza c’è il sistema di autorizzazione dei prodotti fitosanitari, risalente al 2009, il cui quadro normativo è diventato sempre più rigido nel tempo”.
“Ogni anno che passa è ormai diventato una corsa contro il tempo – aggiungono Copa e Cogeca – e presto l’Europa non potrà più permettersi il lusso di grandi dibattiti teorici, di fronte alla dura realtà che si avvicina rapidamente. Questo sia a causa delle crisi sempre più frequenti che colpiscono la nostra produzione, sia per la crescente incoerenza e la palese ingiustizia che circonda le importazioni agroalimentari che non rispettano nessuno dei nostri standard o dei nostri divieti”.
Tuttavia, una speranza su questo tema per il settore agricolo potrebbe ora venire dalla Commissione. La “Visione per il futuro dell’agricoltura” ha definito principi forti e chiari in materia, come l’idea di “nessun divieto senza alternative”. Tuttavia, dicono, questo deve ora riflettersi nella pratica e attraverso misure concrete, cosa che auspichiamo in particolare nel pacchetto di semplificazione annunciato per l’autunno 2025. “Insieme ai nostri colleghi del Gruppo di lavoro sulla salute delle piante, stiamo proponendo quattro semplici principi. Questi potrebbero contribuire a prevenire i peggiori esiti, offrendo al contempo una prospettiva agli agricoltori e alle parti interessate del settore”, spiegano. In primo luogo, l’attuale metodo di riautorizzazione “deve essere rivisto, tornando a un approccio che consideri più equamente il rapporto costi-benefici/rischi”. In secondo luogo, “sostenere, promuovere e accelerare l’autorizzazione di soluzioni alternative come i prodotti fitosanitari per il biocontrollo e/o le nuove tecniche genomiche”. In terzo luogo, “dobbiamo sostenere iniziative di assistenza agronomica e tecnica per gli agricoltori nella transizione verso nuovi metodi di protezione delle colture. Infine, dobbiamo rafforzare, ove possibile, la protezione degli standard europei nella nostra politica commerciale”.