Conserve ittiche:-5,2% volumi tonno sott’olio, export -12,8% in I semestre
Presidente Valsecchi: anno difficile anche se c’è qualche segnale ripresa
Milano, 26 ott. (askanews) – Inflazione e aumento continuo dei costi produttivi hanno fatto sentire i propri effetti anche sulle conserve ittiche, un settore che conta circa 1.500 addetti. Nel 2023, il mercato ha registrato un calo di volumi, soprattutto nella prima parte dell’anno. In particolare, il mercato del tonno sott’olio in confezioni inferiori ai 300 grammi, nel progressivo a settembre 2023 ha segnato un -5,2% in volume verso lo stesso periodo dell’anno precedente, un dato che per effetto dell’inflazione diventa un +8% a valore (Fonte: dati IRI Circana al 01/10/2023 superfici Super+Iper+Libero Servizio, sono esclusi i discount e le superfici minori). Tuttavia negli ultimi periodi si sono registrati positivi segnali di ripresa, con mesi in pari, o addirittura leggermente superiori rispetto ai corrispondenti dello scorso anno.
Per quanto riguarda l’export, nel primo semestre 2023, ha registrato una quota di 14,5 mila tonnellate una contrazione del 12,8% sullo stesso intervallo del 2022 mentre le importazioni si sono attestate a 53,8 mila tonnellate (+3,8%).
“In un anno difficile come il 2023, segnato da uno shock inflazionistico quasi senza precedenti, i mercati hanno perso volumi, soprattutto nella prima parte dell’anno – afferma il neo Presidente Valsecchi – Il dato confortante è che negli ultimi periodi le negatività si stanno mitigando. Possiamo ben sperare in un continuo miglioramento delle performance dell’intero comparto, anche se l’incertezza e la tensione sui costi di produzione e la conseguente inflazione rimangono elevate. Apprezzo molto il lavoro del mio predecessore Simone Legnani e lo ringrazio per l’importantissimo contributo svolto in questi ultimi anni. Intanto un primo segnale positivo è aver ottenuto dalla Commissione europea la revisione del regolamento in tema di aiuti ‘de minimis’, superando la disparità di trattamento in essere finora”.
L’industria del tonno in scatola, che guida la produzione e il consumo del comparto nel 2022 aveva registrato una produzione nazionale di 77.411 tonnellate (-7,70% sul 2021) e un volume del prodotto totale disponibile per il mercato italiano di 150.660 tonnellate (-5% sul 2021), per un consumo pro-capite di circa 2,55 chili all’anno. I consumi sul canale retail (grande distribuzione organizzata + discount), tuttavia, hanno sostanzialmente tenuto. Il valore totale di mercato, che include tutti i canali, nel 2022 è di circa 1,55 miliardi di euro (+11,91% sul 2021) mentre le esportazioni hanno raggiunto quota 31.824 tonnellate con un calo del 4,47%. Includendo anche le altre conserve ittiche, il fatturato stimato 2022 è di circa 1,875 miliardi di euro (+5,33% sul 2021). Nel 2022 i costi di produzione sono aumentati mediamente del 20-30%, di questi, solo la metà è stata assorbita dalla gdo con relativa contrattazione, la restante parte è stata assorbita dalle aziende.
A fronte degli incrementi dei costi dell’ultimo anno, Ancit ha chiesto in diverse occasioni aiuto alle istituzioni per superare la penalizzazione che fino ad oggi ha colpito le industrie che trasformano e commercializzano prodotti ittici in materia di aiuti di ‘stato de minimis’. Oggi la disparità di trattamento è sanata e, a partire dal 25 ottobre, anche le industrie che trasformano e commercializzano prodotti della pesca e dell’acquacoltura possono beneficiare degli stessi massimali previsti per le altre imprese. Ancit sta ora lavorando per l’adeguamento del temporary framework Ucraina in forma retroattiva.
Un ulteriore elemento di criticità che penalizza il comparto è il cambiamento climatico: la scarsezza di piogge che ha colpito l’Europa per il secondo anno consecutivo, ha determinato un raccolto di olive ridotto, con ripercussioni sulla disponibilità di olio di oliva con conseguente incremento del prezzo che oscilla tra i 7,5 e i 9 euro al chilo (Fonte: Ismea – quotazione ottobre 2023). Prezzo praticamente raddoppiato negli ultimi 12 mesi.