Confagri Toscana: linee guida latte crudo uccidono realtà montagna

Confagri Toscana: linee guida latte crudo uccidono realtà montagna

Roma, 23 lug. (askanews) – “La pastorizia di montagna e le piccole produzioni di latte crudo non sono un patrimonio industriale, ma una parte viva e insostituibile dell’agricoltura toscana. Le direttive del Ministero, così come sono oggi, rischiano di cancellare queste realtà”. A dirlo è Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana, commentando le nuove linee guida del Ministero della Salute per la filiera lattiero-casearia, che riguardano da vicino anche molte aree della regione.

“In Toscana – prosegue Neri – il latte crudo è ancora oggi prodotto da piccole aziende a conduzione familiare, spesso situate in aree marginali dove non esistono alternative economiche. Invece di sostenere queste realtà, che rappresentano un presidio ambientale, sociale e culturale, si rischia di metterle fuori gioco con norme estremamente gravose e da applicare senza alcuna distinzione dal micro produttore alla grande industria”.

Le nuove disposizioni arrivano in un momento già particolarmente difficile per il settore ovicaprino, colpito recentemente anche dalla Blue Tongue, o febbre catarrale degli ovini, una malattia che ha aggravato la situazione sanitaria e produttiva in diverse aziende zootecniche toscane. A denunciare con forza la situazione è anche Angela Saba, produttrice e presidente della sezione ovicaprini di Confagricoltura Toscana.

“Le nuove norme, sommate alle difficoltà già causate dalla Blue Tongue mettono a rischio chi lavora ogni giorno per portare avanti una tradizione – spiega Saba – La coesistenza tra industria e artigianato è possibile, ma servono regole diverse: non si può equiparare una grande centrale del latte ad un pastore che fa formaggio crudo in montagna”.

“In Toscana – continua Saba – i controlli sulla filiera sono già precisi e mirati. Proprio per questo non c’è alcun bisogno di imporre vincoli che stravolgono l’equilibrio esistente. Qui possiamo stare tranquilli grazie ad un sistema già collaudato e attento”.

“Come Confagricoltura Toscana – concludono Neri e Saba – ribadiamo il nostro sostegno ai piccoli produttori, soprattutto nelle aree interne e svantaggiate, e chiediamo che le linee guida ministeriali vengano riviste con un approccio differenziato, che tenga conto della realtà e delle esigenze di chi lavora ogni giorno per custodire la qualità, la biodiversità e l’identità della produzione agroalimentare toscana”.

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