Comunità energetiche: analisi Rse su vantaggi per utenti e investitori

Comunità energetiche: analisi Rse su vantaggi per utenti e investitori

Simulazioni numeriche alla luce della nuova normativa

Milano, 22 mag. (askanews) – “Comunità energetiche rinnovabili” e “Autoconsumo collettivo”: modelli di autoconsumo diffuso dell’energia convenienti per le comunità, le imprese, i singoli utenti e anche per l’ambiente. Per valutare concretamente eventuali vantaggi e opportunità è di aiuto un recentissimo studio elaborato da Rse-Ricerca sistema energetico che riporta alcune riflessioni e analisi riferendosi con una serie di simulazioni su specifici casi studio; in particolare: uno schema di autoconsumo collettivo condominiale; e tre tipologie di Comunità energetiche.

Le simulazioni – riportate nel DossieRSE, pubblicazione accessibile al link https://dossierse.it/19-2023-cer-e-autoconsumo-collettivo-alcune-simulazioni-numeriche-alla-luce-della-nuova-regolazione/ – sono svolte alla luce degli ultimi atti preparatori della normativa che a breva darà il via libera definitivo alle nuove misure di autoproduzione e consumo collettivo.

In particolare per quanto riguarda le tre tipologie del modello della Comunità energetica rinnovabile, si è ipotizzata una Cer è composta da 180 utenze, principalmente domestiche, che si trovano all’interno del perimetro della stessa cabina primaria a cui è connesso l’impianto fotovoltaico da 200 kW di picco. La prima tipologia presa in esame dal DossieRSE prevede che i membri finanzino direttamente l’impianto; la seconda secondo prevede il coinvolgimento di un soggetto terzo per la realizzazione dell’impianto e per la gestione della Cer (ad esempio una ESCo o un fornitore di energia); la terza prevede la costituzione di una Cer promossa da un Comune con meno di 5.000 abitanti tramite fondi del Pnrr.

Nel testo sono presentati in modo dettagliato i parametri utilizzati come produzione di energia, i costi di investimento e di gestione, i profili di consumo e i vantaggi economici per i singoli partecipanti; e la sostenibilità economica e finanziaria delle iniziative analizzate. In generale è possibile affermare che, nel caso di un investimento diretto dei singoli membri, la vendita dell’energia e gli incentivi previsti consentono un tempo di ritorno che si attesta tra i 6 e i 7 anni, con un risparmio medio per ciascuna utenza coinvolta (seppur indiretto) del 40-50% sulle componenti variabili della bolletta elettrica, per i 20 anni di incentivazione.

Nel caso in cui l’investimento sia effettuato da un soggetto terzo, si è ipotizzato che, per ripagare l’impianto, l’investitore trattenga la remunerazione derivante dalla vendita dell’energia oltre alla metà dell’incentivo. In questa configurazione il tempo di ritorno è di circa 9 anni, a cui è possibile aggiungere per il soggetto terzo altri vantaggi non monetizzabili, come la possibilità di acquisire nuovi clienti e offrire loro ulteriori servizi. In questo secondo caso, gli utenti beneficiano di un risparmio medio del 15% sulle componenti variabili della bolletta elettrica, con l’unico impegno di mettere a disposizione dello schema i propri consumi.

Per l’ultimo caso – che considera l’installazione di un impianto fotovoltaico in un comune con meno di 5.000 abitanti, in modo da poter beneficiare del contributo del 40% in conto capitale previsto dal Pnrr – è possibile affermare che grazie alla Cer sia possibile ridurre la spesa per le componenti variabili della bolletta delle famiglie interessate in un range che varia tra il 23 e il 33%, in funzione della numerosità delle famiglie coinvolte. È bene inoltre sottolineare che questo fattore di protezione diventa più rilevante al crescere del prezzo dell’energia, rispondendo quindi a potenziali situazioni di maggior disagio.

Per quanto riguarda infine il modello di autoconsumo condominiale, si è fatto riferimento ad un condominio di medie dimensioni, composto da 18 utenze, in cui i singoli condòmini decidono di investire direttamente nella realizzazione di un impianto fotovoltaico da 20 kW di picco e di costituire uno schema di autoconsumo collettivo. In caso gli investitori possono beneficiare delle detrazioni fiscali del 50% e accedere agli incentivi sull’energia condivisa nell’arco orario dai partecipanti allo schema. Nel caso si presenta la profittabilità dell’intervento, il suo ritorno e si evidenziano i vantaggi economici per i singoli condòmini in termini di impatto sulla riduzione media della spesa per l’energia elettrica, nell’arco del periodo di incentivazione dell’impianto.

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