Cina: accordo Iran-Arabia saudita esempio di come risolvere conflitti
Pechino rafforza la sua influenza in Medio Oriente
Roma, 6 apr. (askanews) – La normalizzazione delle relazioni tra Arabia saudita e Iran, sancita formalmente oggi a Pechino con la benedizione cinese, rappresenta un “esempio importante ai paesi di tutto il mondo per risolvere i conflitti attraverso il dialogo e la consultazione”. L’ha affermato il ministro degli Esteri di Pechino Qin Gang, incassando una vittoria diplomatica che aumenta lo standing di Pechino e ne accresce l’influenza in Medio Oriente.
I ministri degli Esteri della Repubblica islamica d’Iran e dell’Arabia Saudita – rivali storiche in Medio Oriente nel mondo islamico, l’una rappresentante del mondo sciita l’altra di quello sunnita – hanno avuto colloqui bilaterali per la prima volta dal 2016, al termine dei quali hanno firmato una dichiarazione congiunta con la quale sono stati ristabiliti con decorrenza immediata i rapporti bilaterali.
Il principe saudita Faisal bin Farhan al Saud e il ministro iraniano Hossein Amir-Abdollahian si sono incontrati a Pechino facendo seguito all’accordo raggiunto con la mediazione cinese il mese scorso per ripristinare le relazioni diplomatiche durante colloqui di livello inferiore.
Qin Gang ha affermato che, dopo i colloqui di marzo, “in base al consenso raggiunto tra il presidente Xi Jinping e i leader di Arabia Saudita e Iran, e con gli sforzi congiunti di Cina, Arabia Saudita e Iran, il dialogo Arabia Saudita-Iran-Cna ha ottenuto risultati importanti”.
Da allora, sia Riad sia Teheran hanno ulteriormente espresso la loro “buona volontà per la riconciliazione, hanno condotto buone interazioni ad alto livello e hanno dimostrato pienamente il loro atteggiamento costruttivo e sincero”, ha detto ancora Qin.
Il ministro cinese ha affermato che il miglioramento delle relazioni Arabia Saudita-Iran ha tre vantaggi. Il primo è “quello di fornire una garanzia più forte per il mantenimento della pace e della stabilità regionali, che è di grande importanza per rafforzare l’unità e la cooperazione dei paesi regionali e per allentare le tensioni regionali”, ha segnalato Qin.
“Il secondo – ha continuato – è quello di fornire un esempio importante ai paesi di tutto il mondo per risolvere i conflitti attraverso il dialogo e la consultazione, per conformarsi alla volontà dei popoli, per adeguarsi alla tendenza dei tempi e agli interessi comuni dei paesi della regione”.
Infine, il terzo vantaggio è quello di “fornire una pratica ottima per sostenere iniziative di sicurezza globale e costruire una comunità con un futuro condiviso per l’umanità”.
Qin Gang ha sottolineato che la Cina “sostiene fermamente i paesi della regione per sostenere l’indipendenza strategica, rafforzare la solidarietà e il coordinamento, sbarazzarsi delle interferenze esterne e tenere nelle proprie mani il futuro e il destino del Medio Oriente”. In questo senso, intende continuare a svolgere il ruolo di “mediatore di buona volontà e affidabile”, fornendo “il sostegno necessario sia all’Arabia Saudita che all’Iran e contribuendo a promuovere la sicurezza e la stabilità in Medio Oriente”.
I ministri saudita e iraniano, dal canto loro, hanno espresso apprezzamento per l’azione svolta dalla Cina come paese mediatore e hanno ringraziato la Cina per il suo sostegno.