Centrodestra verso vertice su Regionali, ok possibile a Puglia-Toscana. Stand by Veneto

Centrodestra verso vertice su Regionali, ok possibile a Puglia-Toscana. Stand by Veneto

Roma, 14 lug. (askanews) – La data del vertice resta ancora ballerina, per incastri di agende da verificare e perché bisognerà attendere il rientro di Antonio Tajani dal suo viaggio negli Stati Uniti. Ma mercoledì o giovedì, probabilmente all’ora di pranzo, i leader del centrodestra si vedranno a palazzo Chigi. C’è molto da discutere, vista anche la situazione internazionale e la minaccia dazi, ma il piatto forte sarà comunque quello delle candidature per le prossime elezioni regionali. Per la prima volta ufficialmente a cercare di sciogliere il grande nodo che pesa su questo punto di svolta della legislatura saranno Giorgia Meloni, Matteo Salvini, il segretario di Forza Italia e il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi. Ma già in queste giorni gli emissari dei partiti sono al lavoro per cercare di preparare il terreno.

Difficile che l’appuntamento possa essere risolutivo per il pacchetto complessivo delle realtà chiamate al voto. Eccezion fatta per le Marche, dove a correre è l’uscente Francesco Acquaroli di Fdi, non è stato ancora ufficializzato il candidato di nessuna delle altre quattro Regioni interessate da questa tornata elettorale. Il vertice, viene però spiegato, potrebbe essere l’occasione per lanciare in maniera definitiva almeno i candidati del centrodestra di Toscana e Puglia, entrambe situazioni in cui le chance di vittoria sono alquanto ridotte. Nella prima non sembrano infatti esserci ormai più dubbi sul nome dell’attuale sindaco di Pistoia, il meloniano Alessandro Tomasi, che di fatto già si muove come fosse in campagna elettorale. Nella seconda sembra ormai averla spuntata definitivamente l’azzurro Mauro D’attis. L’idea è di cominciare a sbloccare la trattativa, anche per non mostrarsi all’inseguimento delle scelte del centrosinistra o, peggio, arenati dai veti reciproci nella coalizione. Con l’effetto mediatico non secondario di dimostrare che non si procede con il Cencelli, ma “selezionando i migliori”.

Una mossa in un certo senso simbolica, visto che non è stato ancora risolto il rebus della Campania e, soprattutto, resta da sciogliere il grande nodo del successore di Luca Zaia in Veneto. Nel primo caso, infatti, non sarà indifferente (anche se Martusciello di Fi invita a decidere prima) la scelta che verrà compiuta nel campo avverso: sebbene Fdi abbia messo in pista il nome dell’attuale viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli – rilanciato dal responsabile Organizzazione del partito, Giovanni Donzelli, proprio durante l’evento organizzato da Ecr a Napoli – anche gli alleati hanno avanzano le loro proposte e non si esclude nemmeno che alla fine si possa optare per un civico.

Ma è nella Regione dove la vittoria è data per certa, il Veneto, che ancora non si trova la famosa quadra. La competizione tra Fdi e Lega resta serrata, sebbene anche Forza Italia non abbia intenzione di stare a guardare e proponga il nome di Flavio Tosi. Matteo Salvini non vuole mollare ma Giorgia Meloni non sembra intenzionata a rinunciare ad assumere la guida per la prima volta di una ragione del Nord con un esponente di partito o comunque una personalità a lei riconducibile. Difficile, dunque, che il vertice possa essere risolutivo su questo punto.

Anche perché, in questo caso, il convitato di pietra è lo stesso Doge. Che oggi ha spiegato di attendere i segnali che arriveranno dall’incontro sia per fissare la data delle elezioni, in virtù di una ipotesi di election day in realtà alquanto improbabile, sia per scoprire le sue carte su una eventuale lista personale da presentare alle elezioni. “Immagino – afferma – che al tavolo nazionale, anche questo sarà un argomento di discussione, visto e considerato che l’eventuale lista Zaia è una lista che è rispettosa nei confronti anche di tutti coloro che non votano Lega, che non votano centrodestra, ma che comunque sarebbero disponibili a sostenere una candidatura”. Nel frattempo si inseguono voci su ciò che il Governatore farà alla scadenza del mandato, compresa quella di una sua nomina ai vertici dell’Eni.

Intanto il presidente della conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga rilancia un altro problema: “Per le Regioni che vanno al voto in autunno – spiega il Governatore del Friuli Venezia Giulia – viviamo un rischio concreto, cioè quello di far andare in bilancio provvisorio, con la scadenza per il Pnrr che, ricordo, sarà a giugno del prossimo anno. Quindi bisogna trovare una soluzione, quella di rinviare di qualche mese le elezioni o quella di fare una norma ah hoc proprio per non andare in bilancio provvisorio”. La prima ipotesi richiederebbe una unanimità delle altre regioni che al momento non sembra possibile, la seconda una legge di carattere nazionale che, spiegano dal suo staff, “possa salvaguardare i bilanci”. Una ipotesi su cui Fedriga invita il governo a una riflessione.

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