Bresaola Igp: troppo cara per metà degli italiani, a marzo consumi -14%

Bresaola Igp: troppo cara per metà degli italiani, a marzo consumi -14%

Nella classifica dei salumi preferiti scivola dal terzo al quinto posto

Milano, 18 mag. (askanews) – È conosciuta per la praticità e il suo profilo nutrizionale, ma la Bresaola della Valtellina Igp perde terreno nella classifica dei salumi preferiti dagli italiani, passando dal terzo al quinto posto, dopo prosciutto (crudo e cotto), salame e mortadella. Un arretramento che va di pari passo alla flessione nei consumi: solo nel marzo 2023 è calata del 14%, ma ormai da mesi si parla di perdita a due cifre. Il prezzo è la ragione principale di questa riduzione dei consumi: un italiano su due afferma che oggi costa troppo per le proprie disponibilità economiche, soprattutto a confronto con altri salumi, orientandosi verso altri prodotti e insaccati come il prosciutto crudo (43%), il prosciutto cotto (39%) la mortadella (26%) e il salame (20%). Tra le ragioni di questa scelta, per il 43% del campione incide il miglior rapporto qualità/prezzo. Mentre solo per due italiani su 10 la causa della disaffezione va cercata nel cambiamento dello stile di vita (vegetariano/vegano) o in ragioni etiche. È quanto emerge dalla ricerca Doxa “Gli italiani e la Bresaola della Valtellina Igp” commissionata dal Consorzio di tutela bresaola della Valtellina su un campione rappresentativo della popolazione italiana di 1000 persone tra i 18 e i 74 anni.

“Sono calati i consumi ma l’immagine della Bresaola della Valtellina Igp resta alta – commenta Mario Francesco Moro, presidente del Consorzio di Tutela – C’è dunque da sperare che nei prossimi mesi la tendenza possa essere invertita, proprio perché il passaggio a prodotti percepiti come meno salutari, alla lunga, può diventare un problema per il consumatore. Lo diciamo da mesi: spendere qualcosa in più per un prodotto di qualità diventa una scelta vincente, anche se complessa per l’economia familiare. Ed è forse arrivato il momento di ragionare attentamente, anche con la Gdo, sul ruolo di rilancio dei consumi, che potrebbe avere una rinnovata attenzione alle politiche promozionali. Il fattore prezzo frena un consumatore affezionato”.

Il fatto che gli italiani abbiano difficoltà ad acquistare il salume tipico valtellinese, per l’assottigliarsi del potere d’acquisto, non significa che sia cambiata la percezione del prodotto. Tra i motivi del consumo, a pari merito si piazzano proprio la praticità/velocità di preparazione (51%) e il suo essere leggera e proteica con un buon rapporto qualità/quantità proteine/prezzo (50%) a cui fa seguito il suo essere sinonimo dell’eccellenza made in Italy, garantita da una certificazione Igp (37%).

C’è consapevolezza sul fatto che rinunciare a consumare Bresaola della Valtellina Igp significhi orientarsi verso salumi meno cari (37%), meno leggeri (37%) e con un minor apporto proteico (22%). Interrogati sui plus nutrizionali della Bresaola, in generale gli italiani sono molto bene informati: più di uno su due riconosce che è adatta prima e dopo l’attività fisica (54%), che è conveniente perché a fronte di un alto introito proteico non ha scarti, solo l’1% finisce nel cestino, la confezione (52% degli intervistati), e che contiene importanti sali minerali, tanto da essere considerata al pari di un “integratore naturale” (58%). Addirittura, sei italiani su 10 (59%) le riconoscono di essere un alimento prezioso grazie al contenuto di vitamine e per il 56% è alleata del buonumore grazie al Triptofano. Tra gli asset vincenti della Bresaola della Valtellina Igp, il gusto balza al primo posto per il 56% degli italiani, a cui fa seguito la leggerezza (53%) e la praticità (42%). Tra i pregi della Bresaola della Valtellina IGP, il 36% degli italiani oggi indica prima di ogni altra cosa la praticità. Fanno seguito, a pari merito (35%), il gusto e la leggerezza. 

L’indicazione geografica protetta ha conferito più valore al salume, secondo il consumatore: infatti otto italiani su 10 scelgono quella certificata. Tra i motivi di questa scelta, per il 53% c’è proprio la garanzia della certificazione Igp, a cui fa seguito con poco stacco (48%) la qualità della materia prima (solo carni selezionate e di prima scelta) e la garanzia di sicurezza fatta di controlli a tutti i livelli (43%). Tra i motivi di scelta della Bresaola non certificata, per 8 italiani su 10 dipende dal fatto che il salume non certificato costa meno. Oggi la Bresaola della Valtellina IGP è il salume preferito per 3 italiani su 10 (30%) soprattutto per i Millennials (35%) e interrogati sulla frequenza di consumo della Bresaola della Valtellina IGP, più della metà degli italiani (53%) la mangia almeno una volta alla settimana (tra questi, 2 su 5 la mangiano più volte a settimana). Mentre quasi 1 italiano su 2 (47%) la consuma meno di una volta a settimana.

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