Borrell (Ue): denunciare l’uccisione di civili a Gaza come in Israele
L’Alto Rappresentante per la Politica estera all’europarlamento
Bruxelles, 18 ott. (askanews) – L’Unione europea deve assolutamente evitare di dare l’impressione di usare due pesi e due misure, quando deplora le vittime civili di un conflitto come quello in corso in Israele e a Gaza, e denunciare le violazioni del diritto umanitario internazionale da qualunque parte provengano, altrimenti perderà l’autorità morale necessaria per essere ascoltata a livello internazionale. E’ quanto ha detto, in sostanza, l’Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune dell’Ue, Josep Borrell, nella sua replica durante il dibattito nella plenaria dell’Europarlamento sul conflitto tra Hamas e Israele.
L’Alto Rappresentante ha anche criticato duramente quanti continuano a mettere in dubbio gli aiuti dell’Ue allo sviluppo e alle infrastrutture civili palestinesi, in base al sospetto che quei fondi siano in parte sviati per finanziare le attività di gruppi terroristici come Hamas.
“Allo stesso modo in cui possiamo dire che è una tragedia abominevole uccidere 270 giovani che stavano celebrando la vita”, durante gli attacchi terroristici di Hamas in Israele, ha domandato Borrell, “non possiamo dire anche che è una tragedia altrettanto riprovevole che siano morti sotto le bombe 700-800 bambini a Gaza? Non possiamo dire le due cose insieme? Perché se denuncio una tragedia, questo mi dovrebbe togliere la forza morale per denunciare un’altra? Al contrario, me la dà: la forza morale per condannare qualcosa – ha sottolineato l’Alto Rappresentante – ce l’ho se condanno allo stesso modo un’altra cosa uguale che è stata fatta in un altro luogo, da altra gente, magari più vicina a me. E se non comprendiamo questo non possiamo essere utili per tentare di risolvere il conflitto”.
“Gli Stati membri dell’Ue – ha ricordato Borrell – sono stati d’accordo nel dire, in un comunicato congiunto insieme ai Paesi del Golfo” la settimana scorsa “che sospendere le forniture di acqua a una comunità sotto assedio è contrario a diritto internazionale, non possiamo accettarlo. Non possiamo accettare che sia così, anche queste cose devono essere prese in conto quando si valuta un conflitto”.
“Raccomando di leggere il dizionario pratico del diritto umanitario, in cui si dice chiaramente – ha rilevato l’Alto Rappresentante – che privare della fornitura di base di acqua una comunità umana sotto assedio è contrario al diritto internazionale”, e questo vale “in Ucraina come a Gaza, e se non siamo capaci di dirlo in entrambi i luoghi manchiamo della autorità morale necessaria perché la nostra voce sia ascoltata”, ha avvertito Borrell.