Auto, Csp: stime vendite 2025 1,45 mln, -6,6% su 2024 e -24% su 2019

Auto, Csp: stime vendite 2025 1,45 mln, -6,6% su 2024 e -24% su 2019

Milano, 1 ago. (askanews) – Dopo il -5,1% di luglio e -3,75% nei primi 7 mesi registrato dal mercato dell’auto e proiettando il risultato sull’intero anno tenendo conto della stagionalità degli acquisiti, “si ottiene un volume annuo di immatricolazioni per il 2025 di 1.456.070 con una contrazione rispetto al 2024 del 6,6% e una contrazione rispetto al livello ante-crisi (2019) di ben il 24%”. Lo rileva Csp, il Centro Studi Promotor, sottolineando che la flessione “è decisamente superiore all’analoga contrazione del mercato dell’Unione Europea che nel primo semestre di quest’anno ha chiuso con un calo delle immatricolazioni, rispetto al 2019, del 19,1%”.

La grave situazione di crisi del mercato dell’Unione Europea, e quella ancora più grave del mercato italiano, non trovano riscontro nel resto del mondo che nel 2024 aveva già interamente recuperato gli effetti della crisi mondiale legata alla pandemia facendo registrare un incremento, rispetto al 2019, del 7,5%. La crisi del mercato dell’auto in Italia, come nel resto dell’Unione Europea ha, d’altra parte, la stessa causa: una politica per la transizione energetica che non trova riscontro in nessun’altra parte del mondo.

Per quanto riguarda le prospettive dell’Italia interessanti indicazioni vengono dall’inchiesta congiunturale mensile condotta dal Centro Studi Promotor sui concessionari italiani. Il quadro attuale lascia intravedere una situazione di sostanziale stagnazione sugli infimi risultati raggiunti. Nel luglio scorso solo il 4% dei concessionari interpellati dichiara un livello di acquisizione di ordini elevato, mentre il 14% dichiara un livello normale e ben l’82% dichiara invece un livello di acquisizione basso. Coerenti con queste indicazioni sono anche le previsioni che i concessionari fanno per i prossimi tre/quattro mesi. Il 7% degli interpellati prevede un aumento delle vendite, il 44% si attende stabilità e ben il 49% ulteriori cali.

“Come è noto – afferma Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor -, la causa principale di questa difficilissima situazione è l’intransigenza dimostrata dalla governance dell’Unione Europea nel difendere le scelte fatte con rigore talebano per imporre l’auto elettrica come unica soluzione per immatricolare nuove auto dopo il 2035. Nelle ultime settimane si riteneva che fosse possibile un rinnovo della governance europea che favorisse una revisione della politica della Ue per l’auto. In effetti questa speranza è stata delusa e le conseguenze saranno pesanti”.

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