Artissima 2023, una fiera che cerca l’empatia del contemporaneo
Il direttore Fassi: siamo luogo magmatico dove si fanno scoperte
Torino, 2 nov. (askanews) – Una fiera d’arte contemporanea che ragiona sul tema del prendersi cura: Artissima 2023, che a Torino apre la propria trentesima edizione, prova a offrire una prospettiva più consapevole su quello che è un evento principalmente commerciale, ma che da anni prova ad andare anche oltre. A introdurci nel modo in cui la fiera pensa se stessa è il direttore Luigi Fassi.
“Siamo partiti dall’ispirazione di un antropologo brasiliano contemporaneo – ha detto ad askanews – che invita ad utilizzare l’arte come grande fabulazione che possa nutrire il nostro immaginario e portarci a delle rivoluzioni nell’ambito sociale, politico e anche personale. Forse dobbiamo superare le crisi del nostro tempo anche attraverso il contributo che ci dà l’arte. Ecco perché nella condivisione del tema con le gallerie che partecipano, le abbiamo invitate a pensare anche in termini di cura, a riscoprire artisti, a portarli alla nostra attenzione, a presentare nuove opere, nuove committenze che sono qui per la prima volta visibili. Come se fosse un luogo felicemente teso, non è lo studio dell’artista, non è ancora il museo, è un luogo magmatico intermedio dove proprio il nostro immaginario è sollecitato al massimo, facciamo scoperte e abbiamo questo rapporto così empatico con l’arte”.
In questo spazio intermedio si muove anche l’anima più intellettuale di Artissima, con le sezioni curate e i tanti direttori di musei coinvolti, che però trova modo pure di dialogare a tutto tondo con le gallerie, offrendo una piattaforma che consente tanto di dare spazio a messaggi politicamente forti, per esempio sul tema dei rifugiati, quanto di essere occasione commerciale rilevante. E lo fa con una energia che, complice anche la struttura dell’Oval, si percepisce fisicamente passando tra i vari stand.
“Abbiamo gallerie da 33 Paesi – ha aggiunto Fassi – abbiamo gallerie dal Sud America, dal Nord America, dal Medio Oriente, abbiamo gallerie da Israele, abbiamo gallerie fatte di persone e di artisti che sono qui per guardarsi negli occhi, parlare, parlare di idealità, che significa di idee sul nostro presente, per parlare del nostro futuro, di come imparare a vivere meglio e di farlo guardando all’arte e lasciandoci ispirare anche empaticamente, emotivamente, idealmente dall’arte. E questo mi sembra oggi in Italia qualcosa di straordinario”.
Le gallerie presenti sono 181, 68 di esse propongono progetti monografici e curati, con grande attenzione anche alle emergenti. Lo spirito di Artissima poi si apre anche alla città, che vive la propria settimana dell’arte e vede inaugurazioni e mostre in tutta Torino.