Architettura e felicità, un libro corale per la nuova progettazione

Architettura e felicità, un libro corale per la nuova progettazione

Torino, 22 lug. (askanews) – Un libro multidisciplinare e corale per interrogarsi sulla relazione tra l’architettura e la felicità, per cercare di orientarsi tra i modi in cui l’ambiente costruito influisce sulla qualità della vita. La Fondazione per l’architettura di Torino ha presentato il libro “Building Happiness. Esplorazioni sulla felicità degli spazi”, edito da Franco Angeli, che sarà nelle librerie a settembre.

“Noi – ha detto ad askanews Eleonora Gerbotto, direttrice della Fondazione per l’architettura di Torino – siamo partiti da un concetto specifico di felicità sulla quale abbiamo lavorato, che è il concetto di fioritura. Per noi la felicità era la possibilità che gli individui hanno di cercare di raggiungere il proprio ideale di felicità e cercare quindi di raggiungere i propri obiettivi, di crescere come persone, di sentirsi in un contesto che permetta questa loro evoluzione, questo loro miglioramento e questa loro crescita. E quindi, arginando il concetto di felicità a questa definizione, abbiamo cercato di capire come gli spazi potessero incidere”.

Il libro, che presenta anche un questionario rivolto a 747 persone, integra riflessioni filosofiche, architettoniche, tratta di neuroscienze e società. Al centro del volume si trovano otto “figure relazionali”: metafore spaziali che aiutano a comprendere come si articola il rapporto tra l’essere umano e lo spazio: Rifugio, scala, tetto, parete, soglia, strada, piazza e giardino, che però non indicano luoghi o forme architettoniche effettiva, ma modi differenti e complementari di abitare il mondo.

“L’architettura – ha aggiunto la direttrice – è quella scienza che permette di far fiorire relazioni umane. Nel senso che nel questionario la stragrande maggioranza delle persone ha detto proprio che le relazioni sociali sono quelle fondamentali per la nostra felicità. E quindi grande importanza va data alla qualità dello spazio pubblico che viene vissuto. Quindi forse la felicità dei cittadini passa attraverso la qualità degli spazi pubblici costruiti. Questo direi che è il primo passaggio evidentemente”.

La felicità insomma appare come una sorta di “diritto collettivo” e il libro si offre come possibile facilitatore verso questi risultati. “Per noi – ha concluso Eleonora Gerbotto – è più una bussola, uno strumento che permette di orientarsi in questo argomento, sia per gli architetti, ma anche per i non architetti”. Per immaginare a più voci una nuova forma di progettazione.

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