Ai funerali di Stato di Forlani si ritrovano i superstiti della Dc e i centristi

Ai funerali di Stato di Forlani si ritrovano i superstiti della Dc e i centristi

Monsignor Paglia: bevve la cicuta fino in fondo

Roma, 10 lug. (askanews) – Funerali di Stato nella Basilica di San Pietro e Paolo a Roma per Arnaldo Forlani. Un atto dovuto da parte del governo che ha già tributato lo stesso onore ad un altro ex presidente del Consiglio come Silvio Berlusconi. A rendere omaggio allo statista democristiano c’era il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il presidente della Camera, Lorenzo Fontana e per il Senato in assenza di Ignazio La Russa c’era il politico che forse è stato tra i più vicini a Forlani in gioventù, Pier Ferdinando Casini. E’ l’unico che all’uscita ha voluto dire alcune parole per sottolineare il valore dell’ex segretario Dc: “Arnaldo Forlani è stato un democratico Cristiano fino in fondo, europeista, atlantista ha cercato la pace, ha creduto profondamente nel valore delle alleanze e non ha mai ritenuto che gli avversari politici fossero dei nemici. Non è un lascito da poco in questi tempi molto travagliati in cui la politica a volte è cannibalismo”.

In prima fila i tre figli Alessandro, Luigi e Marco e sei nipoti. E poi Elio Pasquini, lo storico segretario personale di Forlani. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni non ha potuto partecipare perché in partenza per Riga. A rappresentare il governo c’era la Ministra dell’Università Anna Maria Bernini, figli di un ex ministro Dc. Dietro le cariche istituzionali tanti politici che provenivano dallo Scudocrociato e anche nuovi esponenti del Centro: Lorenzo Cesa, Casini, Marco Follini, Bruno Tabacci, ma anche Gianni Letta, Ettore Rosato, Renzo Lusetti, Lorenzo Guerini, Matteo Renzi, Vincenzo Scotti, e anche Bobo Craxi, Nicola Zingaretti e Laura Boldrini, Angelo Sanza, Nicodemo Oliverio, Mauro Fabris, Fabrizio Cicchitto. Presente anche il presidente della regione Lazio, Francesco Rocca.

Il capo dello Stato, che proviene dallo stesso partito di cui Forlani fu leader, ne ha ricordato la “personalità di spicco della Repubblica per una lunga stagione, e la sua azione nel governo e nel partito di maggioranza relativa che ha contribuito all’indirizzo del Paese, alla sua crescita democratica, allo sviluppo economico e al consolidamento del ruolo italiano in Europa, nell’Alleanza Atlantica, nel consesso internazionale. Lascia un segno di grande rilievo nella storia repubblicana”.

Ma sicuramente il ricordo più sentito e ammirato è quello pronunciato dall’amico monsignor Vincenzo Paglia nella omelia dei funerali: “E’ stato un servitore di questo paese e siamo addolorati per la sua mancanza”, ha detto ricordando di Forlani la “passione e lo zelo” con cui ha svolto il suo ruolo nella vita politica italiana. Un esempio che “per l’Italia conta ancora, anzi suggerisce uno stile di vita in una realtà conflittuale e polarizzata in cui viviamo. La sua opera costante per avvicinare le posizioni e tessere alleanze tra mondi lontani, e il Paese ha bisogno di visioni che uniscano. Ho conosciuto Arnaldo quando si abbattè su di lui la tempesta giudiziaria – ricorda monsignor Paglia – ricordo la sua mitezza e il suo equilibrio in un mare di dolore e sconcerto. Mi colpì la sua totale fiducia in Dio. Non si è sottratto all’azione magistratura” anzi “la cicuta la bevve fino in fondo”. Alla base di questo atteggiamento c’era la volontà di “non indebolire le istituzioni su cui si fonda la convivenza civile e rispetto per le idee diverse che è importante per il consolidamento della democrazia. Aveva un grande senso delle istituzioni, unito a sobrietà, rigore e sensibilità per i problemi sociali Non si riconosceva in un uomo di corrente ma di partito”.

“Coniò l’immagine del potere discreto perchè era contrario alla concentrazione del potere – ha concluso Paglia – e negli anni 60 parlava di riforme istituzionali per correggere i limiti del potere politico. Oggi ancora se ne discute ma non sempre con sua lungimiranza”.

All’uscita dopo l’omaggio del Presidente della Repubblica al feretro i giornalisti hanno provato a strappare quache parola al figlio Marco: “aveva una grande passione per la politica ma non avrebbe mai voluto che parlassimo di lui o lo esaltassimo”.

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