Agricoltura100: settore si conferma orientato a innovazione

Agricoltura100: settore si conferma orientato a innovazione

Roma, 12 mag. (askanews) – L’agricoltura italiana vive una fase complessa dovuta a molteplici fattori: non solo il contesto geopolitico, ma anche l’evoluzione della normativa Ue in una delicata fase di definizione della prossima Pac, il clima sempre più tropicale, le politiche commerciali internazionali. In questo contesto, le aziende agricole aumentano però il proprio livello di sostenibilità ad ampio raggio e confermano che la scelta in questa direzione viene premiata da risultati economici concreti. E’ il quadro che emerge dal V Rapporto AGRIcoltura100 di Reale Mutua e Confagricoltura e curato da Innovation Team, presentato oggi a Palazzo della Valle, sede di Confagricoltura, a Roma.

Alla quinta edizione di AGRIcoltura100 hanno preso parte 3.536 imprese agricole. Il rapporto conferma la crescita del livello di sostenibilità dell’agricoltura italiana, misurata attraverso 288 variabili. I migliori esiti riguardano sostenibilità ambientale (58% vs 49% nel 2020), qualità e sicurezza alimentare (64%, stabile), qualità dello sviluppo (57% vs 49%).

Nonostante le criticità congiunturali, l’agricoltura italiana si conferma quindi orientata all’innovazione: circa il 70% delle imprese intervistate ha fatto investimenti nell’ultimo anno, non solo in tecniche e macchinari, ma in quota crescente anche in attività trasformative, infrastrutture, diversificazione e marketing. Come pratiche di agricoltura di precisione (21% delle imprese) e autoproduzione di energia (19%).

Le imprese più sostenibili sono anche le più innovative: l’83% delle aziende con alto livello di sostenibilità generale ha un elevato indice di innovazione, contro una media del 39%. Circa il 60% ha investito in 5 o più ambiti nel solo ultimo anno, il doppio della media generale. Queste imprese ottengono i migliori risultati economici, con una produttività superiore del 72% rispetto a quelle con un livello iniziale o medio di sostenibilità, e una redditività quasi tripla.

Nell’edizione 2025 viene dedicato ampio spazio al tema della gestione del rischio. Sono rischi legati soprattutto agli eventi naturali: il 73% delle imprese dichiara di aver subito danni da eventi naturali negli ultimi 3 anni; di queste, la metà ha registrato danni significativi alle coltivazioni (91%) e alle infrastrutture (26%).

Ci sono poi i fattori legati al mercato: il 61% si ritiene fortemente a rischio per l’andamento dei costi di produzione, il 55% per le oscillazioni dei prezzi di vendita, il 49% per la concorrenza extra-UE.

L’agricoltura è anche fondamentale nella mitigazione di tali rischi: le buone pratiche agricole rafforzano la resilienza del Paese. Il 61% delle imprese ha attivato almeno un’iniziativa di difesa attiva, in primis gestendo e razionalizzando l’acqua, curando le modalità di lavorazione del terreno, mantenendo o costruendo barriere naturali e prevedendo sistemi di protezione. Il ricorso a forme di difesa passiva, in primis le assicurazioni contro danni naturali e catastrofali, è invece ancora limitato e riguarda 1/3 delle imprese intervistate.

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