
Afidop: 48% consegne di latte destinato a formaggi Dop e Igp
Roma, 19 giu. (askanews) – La produzione italiana di formaggi DOP e IGP nel 2024 ha assorbito 6,44 milioni di tonnellate di latte, vaccino e non. E le produzioni casearie Dop e Igp sono destinatarie infatti di circa il 48% delle consegne totali di latte. Nel 2024 la produzione casearia Dop e Igp ha superato le 600 mila tonnellate. Fatta eccezione per la Mozzarella di Bufala Campana Dop, rimasta stabile, ad incidere maggiormente sull’aumento produttivo sono stati soprattutto il Grana Padano cresciuto del +3,5%, il Parmigiano Reggiano del +1,4%, il Gorgonzola del +1,9% e il Pecorino Romano di ben +7,1%.
Ottime percentuali sono state raggiunte anche da formaggi con produzioni più contenute come il Provolone Valpadana (+5,6%), il Valtellina Casera (+8,9%), il Pecorino Toscano (+3,9%). E’ quanto emerso nel corso dell’assemblea annuale di Afidop, l’Associazione Formaggi Italiani Dop e Igp, tenutasi a Roma, che ha tracciato un bilancio dei successi e di sfide future del settore caseario italiano tutelato.
Incrociando produzione e territori, le Dop hanno i loro pesi percentuali più rilevanti nella produzione casearia di Emilia-Romagna (90%), Campania (circa 60% dei volumi totali regionali), Sardegna (54%), Lombardia e Piemonte (entrambi sopra il 40%), Veneto (46%), Friuli-Venezia-Giulia, Trentino-Alto Adige, Toscana e Lazio (per queste quattro regioni in misura variabile compresa tra 12% e 20%).
Per quanto riguarda l’export, il 40% di quota volume sul totale formaggi esportati è la media ponderata tra un 37% verso i mercati UE e un 48% verso extra-UE. L’extra-UE mostrerebbe quindi una maggiore propensione alle Dop. Merito degli accordi commerciali tra le Indicazioni Geografiche con ben 34 Paesi, ma anche del grande appeal di cui godono in questi mercati i duri, a latte vaccino e/o ovino. I Paesi che davvero spingono le percentuali sono Canada e Stati Uniti: in entrambi la quota volume supera l’80%, quella in valore l’85%.
Gli altri Paesi hanno in genere un rapporto Dop su totale analogo o vicino alla media Mondo (40-43% in volume). È così per Svizzera (41%), UK (40%) Giappone (36%), Norvegia (36%), Corea del Sud (34%), mentre livelli più bassi si hanno in Emirati Arabi (30%) ed Arabia Saudita (21%), e la Cina addirittura segna il 7%, per via della sua predilezione per i freschi.
Tra quelli citati, ci sono anche i mercati a maggior velocità di crescita delle vendite Dop. Si parte dall’Arabia Saudita con +26% a volume sul 2023 per proseguire con Sud Corea (+24%), Emirati Arabi Uniti (+20%), Giappone (+18%), Canada (+15%), USA (+10%). Anche alcuni Paesi UE hanno registrato tassi a doppia cifra – Austria (+13%), Polonia (+11%), Romania (+19%) – in un contesto, quello Comunitario, che vede le quote Dop più alte in Germania (52% dei volumi totali esportati), Danimarca (48%), Svezia (46%), Paesi Bassi (44%).