Addio a Totò Schillaci, il bomber delle Notti magiche
Aveva 59 anni, era malato di tumore al colon
Roma, 18 set. (askanews) – Lutto nel mondo del calcio. È morto Salvatore, Totò, Schillaci. Cominciò nel Messina, poi giocò tra le altre, per Juve, Inter e Nazionale. In azzurro coi suoi gol aveva infiammato l’Italia per un’estate, quella del mitico Mondiale del 1990: era malato di tumore al colon ed era già stato operato due volte. Era nato a Palermo il 1° dicembre 1964 e si era sposato due volte, con Rita e Barbara: lascia tre figli, Jessica, Mattia e Nicole.
Totò Schillaci e le Notti Magiche di Italia ’90, quelle cantate da Edoardo Bennato e Gianna Nannini. Un binomio inscindibile che fa tornare alla memoria i campionati del mondo ospitati in Italia e le vittorie della Nazionale di Azeglio Vicini fermata dall’Argentina in semifinale. Notti in cui una Italia intera festeggiava nelle piazze per la vittoria di una Nazionale azzurra che univa tutta la penisola, dalle due isole maggiori fino al Nord. Un calciatore del Sud che dai campi polverosi in terra battuta della sua Sicilia è arrivato a suon di goal a calcare i terreni di gioco degli stadi più prestigiosi al Mondo, fino a rappresentare in quelle “Notti magiche” la speranza più grande di una nazione intera. Nato a Palermo il 1° dicembre 1964, Salvatore Schillaci, per tutti Totò, cresce nel CEP, il quartiere popolare di San Giovanni Apostolo. Il suo sogno diventare un calciatore. L’istinto del gol lo sviluppa da ragazzino. Nel 1980 entra a far parte nelle giovanili dell’Amat Palermo. Si mantiene lavorando presso un gommista. Il Palermo si interessa a Totò, il Messina lo ingaggia nel 1992. Sullo stretto resta sette anni con due promozioni fino in serie B. Trova sulla sua strada Franco Scoglio, il tecnico che lo fa conoscere al grande calcio e che con lui era come un padre. In serie B esplode con 13 reti, con l’arrivo di Zeman ne segna 23 ed è capocannoniere. Nell’estate del 1989 il grande salto alla Juventus. Schillaci, dopo 61 goal in 219 presenze di campionato con i peloritani, è della Juventus per 6 miliardi di Lire. COn Zoff in panchina segna 21 reti. La Juve chiude quarta. Arriva la convocazione di Vicini. Vialli e Carnevale non ingranano, Totò entra al posto del napoletano nel finale di gara contro l’Austria e di testa firma subito la prima vittoria azzurra. Dalla terza gara con la Cecoslovacchia è promosso a titolare in coppia con Roberto Baggio. Segna una delle 2 reti che portano l’Italia agli ottavi. Tutta la penisola si aggrappa alle esultanze spontanee e travolgenti di Totò, con quegli occhi sbarrati che divengono l’icona delle Notti magiche. Schillaci è il vero trascinatore della Nazionale, segna anche con Uruguay ed Eire, si ripete anche a Napoli nella semifinale con l’Argentina. Ma al San Paolo la gioia dura poco, perché Caniggia di testa infila Zenga, interrompendo l’imbattibilità del portiere italiano. Ai rigori passa la squadra di Maradona. Nella finalina battuta l’Imghilterra. Decide ancora Schillaci che chiude capocannoniere dei mondiali con 6 reti, scarpa d’oro del torneo e pallone d’oro come miglior giocatore. Poi comincia il declino, la lite con Poli, campionati anonimi che si susseguono e cori razzisti delle curve. Il rendimento incostante, unito al fallimento del suo matrimonio, spinge il club bianconero, con il ritorno alla presidenza di Boniperti, a dare il benservito a Totò dopo 3 anni. Un anno all’Inter e l’avventura in Giappone dove segna 68 gol in 100 presenze. Un matrimonio travagliato fatto di liti e tradimenti che l’ex presidente della Juve Giampiero Boniperti tentò di salvare. Appese le scarpette al chiodo si apre la carriera di ospite televisivo: prima il reality L’Isola dei Famosi nel 2004, poi comparsate in un film ed una serie Tv. Nel 2011 prende la gestione di un centro sportivo a Palermo e sembrava che la vita gli regalasse un po’ di serenità.