
Vino, in Champagne 3 condanne per sfruttamento e tratta di vendemmiatori
Milano, 26 lug. (askanews) – Il Tribunale di Chalons-en-Champagne (Marna) ha condannato tre persone ritenute responsabili di tratta di esseri umani e sfruttamento di oltre 55 lavoratori stagionali durante la vendemmia 2023 nella Champagne. Secondo quanto riferiscono i media francesi, la maggior parte delle vittime era originaria dell’Africa occidentale, senza documenti regolari, reclutata attraverso gruppi WhatsApp e costretta ad accettare condizioni lavorative e abitative disumane.
I lavoratori, assoldati da un’agenzia di servizi, erano alloggiati in un edificio abbandonato a Nesle-le-Repons, Comune nell’arrondissement di Epernay, sprovvisto di acqua corrente, elettricità e servizi igienici adeguati. I braccianti lavoravano circa 13 ore al giorno, senza cibo adeguato né assistenza sanitaria, tra continue minacce e violenze.
Tra i condannati figura una cittadina kirghisa 40enne, direttrice dell’agenzia di servizi al centro della vicenda, accusata di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, occupazione di stranieri irregolari in condizioni di grave sfruttamento, e corresponsione di retribuzioni palesemente inferiori ai minimi contrattuali o addirittura inesistenti. I giudici l’hanno condannata a quattro anni di reclusione, di cui due con pena sospesa, e il suo legale ha annunciato il ricorso. I due coimputati, entrambi trentenni, uno georgiano e l’altro francese, sono stati condannati ad un anno di carcere con la sospensione parziale della pena. Tutti e tre dovranno versare 4.000 euro come risarcimento ad ognuna delle vittime.
Il tribunale ha disposto inoltre lo scioglimento della società e inflitto un’ammenda di 75mila euro ad una cooperativa locale, accusata di aver acquistato l’uva raccolta dai braccianti sfruttati. Il caso, definito dalla stampa come “le vendange de la honte”, ha provocato un forte impatto pubblico e polemiche feroci nel settore.
Il Comité Champagne, l’organizzazione interprofessionale che rappresenta gli interessi comuni dei vigneron e delle maison e lavora per tutelare e promuovere il vino Champagne, si era costituito parte civile, definendo questa vicenda come “inaccettabile” e sottolineando la necessità “di essere al fianco delle vittime”. “Non si gioca con la salute e la sicurezza dei lavoratori stagionali, né si gioca con la reputazione della nostra Denominazione” ha continuato il Comité Champagne, ribadendo che “la nostra posizione rimane invariata: tolleranza zero verso questo tipo di comportamento”, e annunciando che “saremo parte civile ogni volta che si apriranno nuovi procedimenti”.
Come conseguenza dello scandalo, nell’ottobre 2023 è stato costituito un tavolo di lavoro regionale che ha elaborato il piano “Insieme per la vendemmia dello Champagne”, con l’obiettivo di tutelare i diritti e la sicurezza degli oltre 120mila lavoratori stagionali ogni anno attivi nelle aree della Denominazione.