Regionali, Fdi ‘avverte’ alleati: no bandierine o prendiamo tutto

Regionali, Fdi ‘avverte’ alleati: no bandierine o prendiamo tutto

Napoli, 11 lug. (askanews) – Che il riferimento sia al “pallottoliere”, al “Monopoli” o alla Bibbia delle spartizioni – il “Manuale Cencelli” – il ragionamento per Fratelli d’Italia non cambia: nella scelta dei candidati alle prossime regionali gli alleati evitino prove di forza perché, se il piano della discussione diventa quello dei numeri, i meloniani potrebbero tranquillamente rivendicare di fare l’asso pigliatutto. Lo dice, più esplicitamente di quanto già fatto in passato, il responsabile Organizzazione, Giovanni Donzelli. Complice anche la presenza a Napoli per la seconda giornata della kermesse organizzata da Ecr, e l’imminente voto che coinvolgerà la Campania, ci vuole poco perché il focus della discussione da migranti e Mediterraneo – temi dei panel – scivoli verso il grande nodo gordiano che aspetta il centrodestra al giro di boa della legislatura.

Il ragionamento di partenza è comune a tutte le Regioni chiamate al voto in autunno, con la sola eccezione delle Marche dove l’uscente Francesco Acquaroli, meloniano, è già in pista per la riconferma. “Ovunque sceglieremo il miglior candidato possibile non solo per vincere ma anche per governare bene, senza cercare di mettere le bandierine a tutti i costi”, spiega Donzelli. Ma il problema non sono certo la Puglia, la Toscana o la Campania, dove semmai le rogne sono in casa ‘campo largo’. Peraltro, in quest’ultima regione, conferma il responsabile Organizzazione, il nome forte in campo per Fratelli d’Italia è quello dell’attuale viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli.

Se ancora si traccheggia sulla convocazione di un tavolo per le candidature, se i leader che pure “si sentono in continuazione e parlano di tutto”, non hanno ancora sciolto la riserva è per una sola ragione: il Veneto. E’ noto che Salvini lo rivendica per sé, che Fratelli d’Italia vorrebbe andare all’incasso delle percentuali raggiunte alle Politiche e alle Europee per conquistare la ‘sua’ prima regione del Nord, e per non essere da meno anche Antonio Tajani ha rilanciato a nome di Forza Italia la candidatura di Flavio Tosi. Ed è in questa prospettiva che va letto quello che pare proprio un avviso ai naviganti di Donzelli: “Fi governa 5 regioni, la Lega 4 e noi 3, le proporzioni non sono queste” ma “non ci interessa il gioco del pallottoliere, anche perché se lo dovessimo fare Fratelli d’Italia dovrebbe prendere tutto”.

Non è detto che per la scelta delle prossime candidature si proceda con la ‘logica a pacchetto’, o almeno questa sembra essere al momento la tendenza nei meoniani, anche in virtù del fatto che le date in cui i cittadini saranno chiamati alle urne saranno verosimilmente sparse tra fine settembre e novembre. Nello stesso partito della premier c’è chi è convinto che la partita vada giocata insieme a quella della Lombardia, allungando le mire sul Nord al futuro nell’ottica del quieto vivere all’interno della coalizione. Non tutti sono convinti della bontà di questa strategia, visto che sulla carta lì si voterebbe nel 2028. La stessa Giorgia Meloni avrebbe dei dubbi.

Ma per chiudere la partita del Veneto, e questo in Fratelli d’Italia è chiarissimo, dopo il tramonto del terzo mandato che lo avrebbe rimesso in pista, sarà necessario trovare un accordo che accontenti Luca Zaia. Il grande dilemma in queste ore è la possibilità che alle elezioni presenti una lista personale. Il diretto interessato, peraltro, mantiene tutti con il fiato sospeso. E altrettanto vale per una sua eventuale compensazione futura. “Io ho sempre amato il Veneto, però da qui a esprimermi su quello che farò non lo so dire. Io rappresento colui che ha lasciato il ministero per venire in Veneto e non c’è un caso analogo nella storia, rappresento colui che ha rinunciato alla candidatura un anno fa alle Europee, con seggio sicuro, ben remunerato, senza tanti problemi per restare in Veneto e mantenere la parola con i veneti”.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, anche lui presente a Napoli, cerca di minimizzare. “L’importante – dice – è che Zaia, come farà certamente, appoggi il centrodestra chiunque sia il candidato governatore. E’ nell’interesse di tutti che alla fine le cose procedano in maniera armoniosa e unitaria. Non vedo in futuro nessuna spaccatura”.

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