Confagri Piacenza: prezzi latte ai massimi ma costi alle stelle

Confagri Piacenza: prezzi latte ai massimi ma costi alle stelle

Roma, 30 giu. (askanews) – Il comparto del latte sta vivendo un momento “tutto sommato positivo” perché le quotazioni del latte degli ultimi mesi vedono un mercato tonico grazie alla carenza di prodotto d’importazione, anche se persistono le pesanti differenze in termini di quotazioni tra le diverse filiere di conferimento. Preoccupano però i costi di produzione troppo alti. A fare il punto sulla situazione è Alfredo Lucchini, vicepresidente di Confagricoltura Piacenza e presidente della sezione di prodotto Lattiero-casearia dell’associazione.

“È vero – dice Alfredo Lucchini – che le quotazioni del latte sono ai massimi storici (mediamente nei primi mesi del 2025 sempre sopra ai 50 cent/litro), purtroppo questo non consente comunque agli imprenditori agricoli di programmare sul lungo periodo. Un primo elemento di incertezza è costituito dalla variabilità dei mercati dei fattori produttivi. La situazione geopolitica internazionale ci pone in una condizione di non poter fare previsioni sull’andamento dei prezzi dei cereali e neppure sul costo del gasolio”.

L’andamento climatico, con i periodi di caldo estremo, sta già determinando problemi in campo per questioni sia di rese che per i costi energetici delle irrigazioni. Meno gravi, invece, i cali produttivi per lo stress da caldo, attenuati grazie gli ingenti investimenti per migliorare il comfort di operatori e animali in stalla. “Si deve anche tener conto del fatto che i costi di produzione, rispetto al 2022 si, sono stabilizzati verso l’alto con un sensibile incremento. Venendo al mercato del latte – prosegue Lucchini – se dovessero permanere quotazioni molto alte, anche i nostri competitor potrebbero aumentare le produzioni, con un effetto negativo sulle quotazioni nazionali”.

Proprio in questi giorni si è aggiunta un’ulteriore preoccupazione: alcuni casi di positività alla Dermatite nodulare (LSD), prima in Sardegna poi in Lombardia. “Chiediamo la pronta attuazione delle azioni necessarie per evitare negativi impatti commerciali di origine speculativa”, spiega Lucchini.

Ancora, Lucchini esprime preoccupazione per la revisione della direttiva nitrati “perché temiamo – spiega – che come sempre accade venga appesantita, per non parlare del rischio di non poter utilizzare l’urea sui campi del bacino padano per questioni legate alle norme sulla qualità dell’aria: un provvedimento che ci metterebbe in ginocchio”. Ad avviso di Confagricoltura Piacenza è necessario che la politica ponga la massima attenzione alle priorità delle aziende agricole perché “vincoli e impedimenti calati dall’alto senza una regia e senza considerare gli impatti sulla competitività dell’agricoltura rischiano di deprimere la capacità produttiva al punto da non poter poi più fornire le produzioni alimentari.

Resta infine irrisolto un problema strutturale: le quotazioni del latte presentano una forbice troppo ampia dei prezzi tra le filiere a maggior valore aggiunto e quelle meno fortunate che non hanno margini per accogliere nuove norme e certificazioni volontarie come qualcosa di positivo, ma le subiscono solamente come costi che annullano la già risicata marginalità. “Occorre un ritorno al pragmatismo – conclude Lucchini – che tenga conto delle priorità del mondo produttivo nei processi decisionali”.

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