Fruitimprese: con Congestion fee a rischio la logistica del fresco

Fruitimprese: con Congestion fee a rischio la logistica del fresco

Roma, 30 giu. (askanews) – Il “Congestion Fee” rischia di dare il colpo di grazia alla logistica dei prodotti freschi in Italia è di penalizzare ulteriormente la competitività dei porti italiani, già pesantemente deficitaria rispetto al resto d’Europa. Lo sottolinea in una nota Fruitimprese.

Il cosiddetto “Congestion Fee” è un sovrapprezzo, al momento di 90 euro per container, che viene imposto da alcuni trasportatori alla committenza per i transiti nei porti italiani considerati più congestionati. Una misura già adottata per i terminal di Genova e La Spezia e che sarà applicata a breve anche a Livorno, Vado Ligure e Marghera; in pratica nei principali porti di transito della frutta e verdura esportata e importata.

Una misura che Fruitimprese ritiene iniqua perché va ad incidere in modo rilevante sui costi logistici di prodotti di scarso valore unitario, ma anche “paradossale perché si chiede, a chi soffre quotidianamente dei ritardi cronici della logistica portuale italiana, di pagare per questo disagio. E’ come se al cittadino in fila in un ufficio pubblico venisse richiesto di pagare una soprattassa per aver atteso troppo”.

Una situazione che rischia di diventare “insostenibile per chi è già alle prese con attese di giorni, se non di settimane, per ottenere un certificato di analisi o un nulla osta fitosanitario ed è costretto a pagare migliaia di euro per le soste e l’affitto dei magazzini refrigerati”, sottolinea ancora l’associazione.

Fruitimprese “non intende alimentare la polemica in atto tra committenza e rappresentanze dei trasportatori, ai quali peraltro il D.L. Infrastrutture ha già riconosciuto per legge una riduzione dei tempi di applicazione del sovrapprezzo per le attese dei carichi, ma vuole porre all’attenzione dell’opinione pubblica un problema che, purtroppo, si trascina da anni – prosegue l’associazione – I porti italiani soffrono di una cronica mancanza di personale a tutti i livelli, a partire da quello doganale, a quello sanitario e fitosanitario, oltre che di una carta dei servizi che stabilisca tempi, regole e assunzione di responsabilità da parte di chi gestisce le varie fasi logistiche. E’ arrivato il momento di invertire questa tendenza, altrimenti si rischia di trasferire i traffici verso i terminal del resto d’Europa – conclude Fruitimprese – dove tanti operatori si stanno già dirigendo e organizzando, il tutto ovviamente a danno del PIL nazionale”.

Ascolta la
Diretta
Ascolta la
Diretta
Messaggia con la
Radio in diretta