
Vino, “Barolo en Primeur”, Germano: annata 2024 è elegante e fine
Milano, 28 giu. (askanews) – “Barolo en Primeur” è un progetto unico che unisce il prestigio del grande vino piemontese a una forte vocazione solidale. Nato nel 2021 dalla collaborazione tra Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione CRC Donare ETS e Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, si concretizza in un’asta benefica nello storico Castello di Grinzane Cavour in collegamento con Londra, New York, Montreal e Hong Kong. Le barrique protagoniste dell’asta provengono dalla Vigna Gustava, situata ai piedi del magnifico castello, e sono vinificate separatamente sotto la guida esperta di Donato Lanati e del suo laboratorio Enosis Meraviglia. Grazie a una rigorosa parcellizzazione del vigneto, ogni barrique racconta una propria identità, restituendo con precisione le sfumature uniche che derivano dalle differenze tra esposizioni, altitudini ed età delle viti. Ogni lotto finanzia una diversa attività sociale o benefica, mentre le bottiglie sono impreziosite ogni anno da speciali etichette d’autore, firmate da un celebre artista internazionale. Il catalogo dei lotti comunali, presente in asta per il quarto anno consecutivo, vedrà protagoniste 65 Cantine, riunite sotto il nome del Comune di appartenenza, offrendo una pregiata selezione di bottiglie, anche di grandi formati, donate per sostenere la Scuola Enologica di Alba e altri progetti territoriali. Il catalogo, ricco di eccellenze, rappresenta un’occasione unica per acquistare “en primeur” vini di pregio, contribuendo al tempo stesso a iniziative di valore sociale.
Secondo Antonio Galloni, critico enologico e Ceo di Vinous, l’annata 2024 del Barolo dalla Vigna Gustava si rivela un esercizio di finezza e precisione, reso ancora più interessante dalle condizioni climatiche complesse che hanno caratterizzato l’anno. Ciò che emerge con forza è una coerenza stilistica: i vini sono eterei, sottili, luminosi. Raccontano un Nebbiolo più fragrante che potente, più floreale e agrumato che carnoso, con acidità viva, tannini ben dosati e un’eleganza che sembra cucita su misura per chi cerca profondità più che muscolo. L’intero progetto di vinificazione separata delle barrique, oltre ad offrire un ritratto sfaccettato di “Barolo en primeur”, permette anche di cogliere le influenze reali di esposizione, altitudine, età delle vigne e caratteristiche del suolo. Le barrique provenienti dalle vecchie vigne sui pendii di mezza costa, ad esempio, sono tra le più interessanti. Nella parte bassa della vigna, dove l’esposizione a Sud-Sudovest dovrebbe favorire maturazioni più generose, i vini risultano molto profumati e aggraziati ma meno strutturati. Il cuore della vigna, esposto a Sud-Ovest, regala invece le interpretazioni più complete e promettenti. Il tonneau prodotto con uve non selezionate per le barrique principali, conferma la qualità complessiva del vigneto.
“Il Barolo prodotto dalla Vigna Gustava si conferma, anche per la vendemmia 2024, un vino di grande qualità, capace di farsi apprezzare da un pubblico sempre più ampio di appassionati” dichiara Giuliano Viglione, presidente di Fondazione CRC Donare, sottolineando che “grazie alla grande professionalità messa in campo da Donato Lanati e alla proficua collaborazione tra gli enti che sostengono fin dall’inizio questo progetto, ‘Barolo en primeur’ per il quinto anno consecutivo si conferma come iniziativa unica nel panorama nazionale, capace di stimolare il dono e sostenere progetti di grande valore sociale grazie a un prodotto che rappresenta il nostro Paese e il nostro territorio in tutto il mondo”.
“Barolo en Primeur non è solo un progetto enologico ma una dichiarazione d’intenti per il futuro del Barolo. Ciò che mi colpisce dell’annata 2024 è l’eleganza e la finezza, con tannini comunque maturi e dolci. Nonostante il decorso climatico difficile, la professionalità dei viticoltori e l’alta vocazione del territorio hanno prodotto un vino che stupirà per la godibilità e la franchezza” spiega Sergio Germano, presidente del Consorzio Tutela Barolo, Barbaresco, Alba Langhe e Dogliani, rimarcando che “sarà un’annata che avvicinerà al Barolo molti palati, anche quelli meno avvezzi a questo vino, che lo troveranno attraente e capace di suscitare la voglia di scoprirlo in profondità. Saranno evidenti le differenze tra i vari territori comunali e quindi intrigante confrontare le varie sfaccettature che ne derivano. Se dovessimo esprimere quest’annata in immagini – conclude – potrebbe paragonarsi a un quadro dai colori tenui, luminoso e ricco di sfumature che non stanca mai lo sguardo”.