A Noto nasce il Manifesto per un nuovo modo di pensare il vino

A Noto nasce il Manifesto per un nuovo modo di pensare il vino

Milano, 27 giu. (askanews) – A Noto (Siracusa) è nato il Manifesto per un nuovo modo di pensare il vino, primo approdo del programma “Wine is a contemporary story”, lanciato all’ultima edizione di Vinitaly dall’azienda siciliana Planeta come atto di riflessione sull’identità e sul ruolo del vino contemporaneo.

Il Manifesto, ispirato dai dialoghi e delle riflessioni di una proficua giornata di incontri che si è tenuta nei giorni scorsi alla Tenuta Planeta Buonivini, è un atto di riflessione e di impegno, che riconosce il vino non solo come prodotto agricolo di eccellenza ma come espressione culturale, bene comune e strumento di relazione tra le persone. Al cuore di questo approccio c’è una nuova idea di contemporaneità: il vino di oggi è il risultato di un dialogo continuo tra passato e futuro, tra conoscenze tradizionali e innovazione tecnologica, tra cura della terra e rispetto dell’ambiente. Non è possibile, infatti, considerare la viticoltura solo come attività produttiva: è una pratica agricola che plasma i paesaggi, crea valore sociale ed economico, promuove la bellezza e contribuisce al benessere delle comunità di riferimento.

In un tempo in cui il mondo del vino è attraversato da cambiamenti profondi, economici, sociali, culturali e ambientali, il Manifesto di Noto afferma il valore del vino come elemento centrale della nostra cultura, un linguaggio universale capace di unire le persone e definire identità di luoghi e paesi. In un momento in cui i modelli di consumo cambiano e la percezione del vino rischia di essere appiattita da logiche puramente commerciali o ideologiche, il documento vuole riportare l’attenzione sugli aspetti umani e culturali del vino, sulla sua capacità di raccontare territori, storie, visioni. La scelta della capitale del Barocco come luogo di presentazione del Manifesto sottolinea l’intreccio tra vino, territorio e identità, spiccando anche come luogo d’elezione per la produzione del Nero D’avola.

“Il vino è contemporaneo perché, come l’arte e la cultura, è un’espressione del tempo in cui vive, pur mantenendo un dialogo costante con il passato e proiettandosi nel futuro” ha spiegato Alessio Planeta, ricordando che “il vino attiva relazioni attorno alla tavola, all’interno della filiera, nel dialogo con i consumatori, ed è veicolo di cultura, arte, bellezza. Il vino, con il lavoro agricolo, è custode della natura e del paesaggio, contribuendo a sviluppare benessere economico e sociale nei territori. E, nel fare tutto ciò – ha evidenziato – assume ogni volta contenuti e forme diversi, perché ogni singolo produttore è unico, e ogni singolo vino è irripetibile”.

Il Manifesto rappresenta un invito a tutta la filiera, produttori, comunicatori, distributori, consumatori, a partecipare attivamente per creare una consapevolezza più ampia, inclusiva e responsabile del vino contemporaneo, senza temere le evoluzioni dei consumi e dei comportamenti ma sottolineando, invece, come il vino stesso possa accogliere i cambiamenti della società in virtù del suo essere sempre contemporaneo e, quindi, mai uguale a se stesso. Perché il vino non è solo un prodotto, ma un sistema complesso composto da risorse materiali e valori culturali che ha contribuito fortemente a definire la nostra identità.

“Ci auguriamo che il manifesto di Noto possa diventare uno spazio di discussione permanente, nel quale confrontarci in maniera aperta e sincera sul valore del vino per la nostra società e sulle difficoltà da affrontare tutti insieme” ha aggiunto Planeta, annunciando che “il prossimo anno passeremo il testimone ad altri produttori per continuare questa riflessione condivisa a favore del vino, che siamo certi continuerà a essere un incredibile generatore di bellezza, piacere, economia, socialità, cultura”.

Ai talk organizzati alla Tenuta Planeta Buonivini hanno partecipato Roberta Ceretto, presidente e responsabile della comunicazione dell’azienda Ceretto, Arturo Pallanti, direttore operation di Castello di Ama, Tiziana Frescobaldi, ideatrice e direttrice del progetto “Artisti per Frescobaldi”, Nicola Perullo, rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Arianna Occhipinti, fondatrice dell’omonima azienda agricola, Cecilia Carbone, responsabile dell’azienda agricola Serra Ferdinandea, Niklas Foradori Hofstatter, quinta generazione dell’azienda Hofstatter, Diva Moretti Polegato, export manager di Villa Sandi, Cristina Busi Ferruzzi, presidente di Sibeg-Coca Cola. Ad interagire con gli ospiti c’erano Ottavia Casagrande, Giambattista Marchetto, Alessandro Regoli, il produttore Andrea Farinetti, Mauro Mattei, specialista fine wines presso Ceretto, l’MW Pietro Russo, Accursio Capraro, chef e titolare del ristorante “Radici” a Modica, e Nicola Perullo.

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