
Ferrero datore di lavoro ideale: la classifica 2025 Randstad employer brand
Milano, 22 giu. (askanews) – Ferrero è il datore di lavoro ideale per gli italiani, aggiudicandosi il premio Randstad employer brand 2025. Con il 68,5% di preferenze, l’azienda di Alba si è classificata al primo posto nelle preferenze dei lavoratori, stando alla Randstad employer brand research, l’indagine indipendente che solo in Italia ha misurato l’attrattività percepita di 150 aziende potenziali datori di lavoro (nessuna azienda si può iscrivere volontariamente per partecipare).
Accanto a Ferrero, l’ultima edizione dell’indagine ha premiato anche le dieci realtà che si sono distinte per attrattività all’interno dei rispettivi settori specifici di riferimento: Abb è l’azienda più attrattiva come datore di lavoro nell’elettronica, Automobili Lamborghini nell’automotive, Brembo nella componentistica auto, Chiesi Farmaceutici nel farmaceutico, EssilorLuxottica nell’industria metallurgica, Gruppo Mondadori nei media, Ibm nell’Ict, Italo nei trasporti, Leonardo nell’aeronautico e Maugeri nella sanità.
“Siamo estremamente orgogliosi di ricevere questo riconoscimento. Da sempre in Ferrero adottiamo una politica che mette le persone al centro, ritenendo che queste siano le vere artefici del successo del gruppo – ha commentato Deborah Zago, Head of HR Italy BU di Ferrero – In questo contesto, la nostra strategia di employer branding ha un ruolo centrale. Vogliamo raccontare con autenticità chi siamo, cosa ci distingue e perché lavorare in Ferrero significa far parte di un ambiente che valorizza la crescita, la responsabilità e il senso di appartenenza. È un’area strategica perché ci permette di ascoltare le aspettative delle nuove generazioni, valorizzare i tratti distintivi della nostra cultura e costruire un dialogo continuo con chi già lavora con noi e con chi potrebbe entrare a far parte della nostra squadra. Non si tratta solo di attrarre talenti, ma di consolidare ogni giorno una reputazione fondata su coerenza, fiducia e cura delle persone”.
Dall’indagine Randstad, più in generale, emerge quattro lavoratori italiani su dieci hanno cambiato impiego negli ultimi 6 mesi o intendono farlo a breve. In un datore di lavoro ricercano prima di tutto equilibrio tra lavoro e vita privata (in cima alle preferenze e sempre più importante anno dopo anno) e poi atmosfera di lavoro piacevole, retribuzione interessante, sicurezza del posto e diversità e inclusione. Ma, in tempi di alta inflazione, lo stipendio è tutt’altro che secondario: meno di metà dei dipendenti italiani si sente adeguatamente retribuita e una remunerazione insufficiente è la prima ragione che spinge a lasciare il posto attuale.
Nel 2025 si amplia la distanza tra le generazioni, con la Generazione Z che esprime preferenze, aspettative e abitudini differenti da tutte le alte: se nella media il 13% degli italiani ha cambiato impiego negli ultimi 6 mesi, i membri della Gen Z lo hanno fatto nel 17% dei casi, un tasso quasi tre volte superiore ai Baby Boomers (6%). Nella scelta del datore di lavoro ideale, la Gen Z dà minore valore alla sicurezza del posto e maggiore alle opportunità di formazione e sviluppo. Nella ricerca di un nuovo impiego si affida di più a LinkedIn – Google e meno alle reti relazionali. Si sente di appartenere in maggior misura a minoranze (il 34%, rispetto al 23% della media) e sottolinea di più l’importanza della diversità e inclusione nelle organizzazioni.
“L’equilibrio tra vita e lavoro acquista sempre maggiore importanza nelle priorità delle persone, anche se in un periodo di incertezza e alto costo della vita lo stipendio resta fondamentale nella scelta di cambiare impiego – commenta Marco Ceresa, Group Ceo di Randstad – Le preferenze dei lavoratori variano molto a seconda della specializzazione professionale e soprattutto dell’età: la Gen Z evidenzia priorità, bisogni, fasi di carriera e comportamenti diversi, che evidenziano la necessità di strategie di employer branding sempre più mirate e diversificate, per cogliere le esigenze specifiche, allo scopo di attrarre e trattenere il talento in una competizione che si fa sempre più forte anche tra settori diversi”.