Il Papa è tornato a parlare dell’intelligenza artificiale

Il Papa è tornato a parlare dell’intelligenza artificiale

Roma, 21 giu. (askanews) – “La vita personale vale molto più di un algoritmo e le relazioni sociali necessitano di spazi umani ben superiori agli schemi limitati che qualsiasi macchina senz’anima possa preconfezionare”. Così Papa Francesco nel corso del suo intervento in Vaticano per il Giubileo degli amministratori e dei governanti.

“Non dimentichiamo che, pur essendo in grado di immagazzinare milioni di dati e di offrire in pochi secondi risposte a tanti quesiti, l’intelligenza artificiale rimane dotata di una ‘memoria’ statica, per nulla paragonabile a quella dell’uomo e della donna, che è invece creativa, dinamica, generativa, capace di unire passato, presente e futuro in una viva e feconda ricerca di senso, con tutte le implicazioni etiche ed esistenziali che ne derivano”, ha aggiunto il Santo Padre ricordando le parole di Papa Francesco al G7.

Comunque “la politica non può ignorare una provocazione di questa portata. Al contrario ne è chiamata in causa, per rispondere a tanti cittadini che giustamente guardano, al tempo stesso, con fiducia e preoccupazione alle sfide della nuova cultura digitale. San Giovanni Paolo II, in occasione del Giubileo del 2000, ha additato ai politici, come testimone a cui guardare e intercessore sotto la cui protezione porre il loro impegno, San Tommaso Moro. In effetti, Sir Thomas More fu uomo fedele alle sue responsabilità civili, perfetto servitore dello Stato proprio in forza della sua fede, che lo portò a interpretare la politica non come professione, ma come missione per la crescita della verità e del bene”.

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