
Assodistil: vini dealcolati? Una opportunità e un rischio
Roma, 20 giu. (askanews) – I vini dealcolati? Per il mondo della distillazione possono rappresentare una opportunità, ma anche un rischio. E’ quanto emerso durante dell’assemblea di Assodistil in corso a Roma. Il Decreto Ministeriale del 20 dicembre 2024, infatti, permette la produzione di vini parzialmente o totalmente dealcolati tramite distillazione. “Una pratica – spiega Assodistil – che sta generando non pochi dubbi interpretativi, poiché l’alcol separato dalla soluzione iniziale potrebbe essere classificato anche come distillato di vino che potrebbe quindi dare origine ad acquavite di vino, e quindi a brandy, nonostante, come ha fatto notare di recente la stessa Commissione UE, sia di qualità presumibilmente scarsa e quindi andrebbe auspicabilmente indirizzato verso usi industriali, come il bioetanolo di cui il nostro Paese ha assoluto bisogno per ridurre le emissioni dei trasporti”.
Quindi i primi mesi di applicabilità del decreto dealcolati saranno “fondamentali per monitorare quello che sarà il mercato di sbocco del processo di dealcolizzazione, dal momento che l’Unione Europea non ne ha circoscritto l’utilizzo”, sottolinea AssoDistil secondo cui “occorre evitare che il mercato venga inondato da acquavite di vino di dubbia qualità, tutelando invece la qualità di un prodotto che lega la sua storia alla qualità”.
“Il Brandy Italiano IG non deve essere screditato dalla presenza sul mercato di prodotti di bassa qualità – si spiega – Il processo di dealcolizzazione, invece, può rappresentare un’opportunità per la produzione di alcol utilizzato per produrre bioetanolo avanzato, in quanto ottenuto da residui di altre lavorazioni. Ciò permetterebbe di assicurare maggiore offerta di bioetanolo, di cui c’è bisogno, ed evitare enormi volumi di cattiva acquavite di cui non c’è alcun bisogno”, conclude Assodistil.