Usa, in Colorado un santuario per Madre Cabrini patrona migranti

Usa, in Colorado un santuario per Madre Cabrini patrona migranti

Denver, 19 giu. (askanews) – Una santa davvero importante non solo per il Colorado, ma anche per l’Italia, per gli italiani, per i migranti di oggi e per i discendenti di chi emigrò ormai in tempi lontani: Madre Cabrini, con la sua vita straordinaria, è stata citata più volte negli ultimi giorni con l’elezione del nuovo Papa (americano) Leone XIV. Lei religiosa e fondatrice della congregazione delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, venne mandata nelle Americhe da Leone XIII, padre della dottrina sociale della Chiesa, che affrontò le questioni sindacali dell’epoca e difese i diritti dei lavoratori, gettando le basi della Chiesa contemporanea.

Askanews è arrivata sino al Cabrini Shrine, il santuario da lei fondato e a lei dedicato tra le strade che si inerpicano sulle Rocky Mountains, ad alta quota. Si tratta di un Luogo di pellegrinaggio dell’Anno Giubilare della Speranza.

Ma perché questa santa italoamericana è così centrale, oggi più che mai e non soltanto nel Centennial State? Lo abbiamo chiesto ad Alisa DiGiacomo, storica e autrice del libro “Italy in Colorado”. “Madre Cabrini, Santa Cabrini, in realtà la prima santa americana canonizzata in America, è significativa per il Colorado”, precisa. “Ma prima di parlare del Colorado, Santa Cabrini ha avuto un impatto mondiale. Incredibile da pensare ma è una delle prime donne nella Chiesa cattolica che sia riuscita a fondare un proprio ordine. E penso che questo dimostri quanto fosse difficile farlo in quel periodo. La sua attenzione è sempre stata rivolta alla sua cura per le persone, per i più bisognosi. Non a caso è la santa patrona degli immigrati. Per il Colorado, è significativa perché le venne chiesto di venire qui, alla luce della situazione nello Stato nel 1904 per gli immigrati italiani. La prima cosa che fece, fu fondare una scuola in Colorado. Poi fondò un orfanotrofio, comprò un terreno, oggi il Santuario di Cabrini (Cabrini Shrine)”.

Il Cabrini Day è una festività dello Stato del Colorado che si celebra ogni anno il primo lunedì di ottobre, in onore di questa straordinaria filantropa alla quale di recente è stato anche dedicato un film diretto da Alejandro Monteverde (“Francesca Cabrini”, 2024). Ma in cosa consiste l’eredità di Francesca S. Cabrini?

“Si chiama Cabrini Day, ed è, di fatto, la prima festa statale retribuita della nazione che onora una donna, il che è anche molto significativo. Quindi tutto questo è legato agli italoamericani, ma anche alla sua eredità e a ciò che ha fatto per aiutare le persone in Colorado, e questa è ancora la missione del santuario, un luogo accogliente per chiunque voglia venire a riflettere e vedere la bellezza che circondava gli orfani di allora, soprattutto le bambine orfane. Per loro era davvero straordinario andare ‘al Cabrini’ e vivere le montagne del Colorado”, spiega.

DiGiacomo ci ricorda che negli anni ’80 dell’Ottocento ci fu la grande ondata migratoria degli italiani. “Nel 1920, un abitante del Colorado su cinque, dichiarava di avere origini italiane. Oggi, la percentuale è vicina al 5%, che resta ancora un’eredità a vari livelli. Nelle ferrovie, edilizia, estrazione mineraria e l’agricoltura. Nelle arti, inclusa l’architettura. Oltre al cibo, sempre attuale. Tutto questo è legato allo sviluppo dello Stato. Non c’è bisogno di essere italoamericani per apprezzare il contributo degli italiani allo sviluppo del nostro Stato. Queste sono cose che sentiamo ancora oggi come un’eredità”.

La storica, Senior Curator Emeritus di History Colorado, ha firmato un libro – “Italy in Colorado: Family Histories from Denver and Beyond” (320 pagine) – che riflette realmente la contemporaneità, arrivando alla terza ristampa nel 2018. “È la realtà attuale del Colorado”, dice. “Un mix di famiglie italoamericane di lunga data, ma anche di nuove generazioni. Emigrati recenti, italiani che fanno affari qui. Il libro riprende un percorso di documentazione fermo dagli anni ’20, durante i quali le loro voci non venivano ascoltate. Quel progetto ha coinvolto così tante persone che hanno generosamente condiviso le loro storie, a volte difficili, ma anche gioiose, manufatti e immagini che ora fanno parte del patrimonio pubblico. Questo fa parte di History Colorado, che è la Colorado State Historical Society, in quanto depositaria del patrimonio collettivo del nostro Stato: tutto disponibile per ulteriori ricerche. Prima dell’intervista, io e lei parlavamo dell’impatto della Seconda Guerra Mondiale, e di questa idea della vergogna o del non voler davvero dire di essere italiani o di discendenza italiana. Io credo che con quel progetto, le persone si siano fatte avanti e abbiano detto: abbiamo così tanta bellezza nella nostra comunità, e vogliamo condividerla. Riconoscere coloro che ci hanno preceduto e quanto ha influenzato nelle nostre vite attuali. Il valore alla fede e le tradizioni, il desiderio di migliorarsi, tutto ciò è ancora rilevante. Ritengo ci sia una rinascita nelle persone di avere più a cuore il legame con le proprie origini. Comprendere le cose straordinarie che i nostri antenati hanno realizzato e le persone di oggi stanno facendo, rappresentando il luogo da cui proveniamo e il legame col passato. Non si tratta semplicemente di guardare indietro. Ma di chiedersi: cosa possiamo fare per condividere con gli altri quanto di meraviglioso abbiamo”, chiosa.

Si ringrazia Brand Usa, Visit Colorado e Visit Denver.

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