Consorzio maestri affumicatori pesce: in primo anno fatturato tocca 120 mln

Consorzio maestri affumicatori pesce: in primo anno fatturato tocca 120 mln

Milano, 8 giu. (askanews) – Più di 10.000 tonnellate di salmone lavorate dalle quattro aziende consorziate e un fatturato aggregato che nel 2024, primo anno di attività, ha toccato i 120 milioni di euro. Sono alcuni dei numeri che fotografano le attività di Cami, il Consorzio maestri affumicatori italiani, nato sul finire del 2023 in risposta a una pressione di mercato sempre più intensa, che da un lato richiede efficienza e capacità di scala, e dall’altro impone la tutela delle tradizioni e della qualità artigianale.

Quella dell’affumicatura del pesce è una lavorazione che nasce da saperi antichi, altamente specializzati e Cami punta proprio a tramandare queste competenze, creando una rete di imprese capace di offrire al mercato prodotti certificati, di alta qualità e radicati sul territorio. La case history del Consorzio è stata presentata al nono Forum Food&Beverage di Teha Club, in occasione dell’incontro dedicato a “Le distintività del territorio come motore di eccellenza della filiera agroalimentare italiana”.

Nato a dicembre 2023 dall’unione strategica di quattro aziende dell’industria del salmone lavorato in Italia (Foodlab, Sicily Food, Starlaks e Compagnia del mare, tramite il suo marchio Fjord) Cami è stato la risposta a una crisi strutturale della filiera ittica, che ha nel 2022 ha avuto il suo punto di svolta: il prezzo del salmone, in quella occasione, è schizzato da una media storica di circa 4,5 euro al chilo fino a 13 euro al chilo, generando un forte choc inflativo. Questo evento aveva messo in luce la fragilità del sistema italiano e la necessità di ripensare l’intero modello competitivo.

Oggi le realtà consorziate collaborano attivamente con le comunità locali in cui operano, generando valore e occupazione: complessivamente sono oltre 500 le persone impiegate, per più di 10.000 tonnellate di pesce lavorate ogni anno. Dei 120 milioni di euro di fatturato aggregato, con una quota di mercato del 29%, particolarmente significativo lo scorso anno è stato l’aumento nei segmenti della Gdo (iper e super), dove il tasso di crescita ha più che raddoppiato quello dell’anno precedente.

“Cami rappresenta un modello industriale che unisce tradizione artigianale e visione strategica – ha dichiarato Gianpaolo Ghilardotti, presidente Cami – Al Forum abbiamo portato il nostro esempio di filiera condivisa, basata su qualità, trasparenza, innovazione e legame con i territori. Siamo convinti che la forza di Cami stia nella capacità di fare rete per competere nel mercato globale, senza perdere l’anima locale e puntando sulla qualità dei prodotti e dei metodi di lavorazione”.

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