
La Ue ha tagliato di mezzo punto la stima di crescita per l’Italia 2025 (+0,7%)
Roma, 19 mag. (askanews) – La Commissione europea ha consistentemente rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica dei Paesi dell’Ue, tra cui l’Italia, prevalentemente a riflesso dei dazi commerciali decisi dall’amministrazione Trump e delle contromisure da essa stessa adottate. Per la Penisola la sforbiciata è stata di mezzo punto percentuale sulla espansione attesa quest’anno, ora ridimensionata allo 0,7%, cui dovrebbe seguire un più 0,9% del Pil nel 2026.
Nelle precedenti previsioni, che erano state pubblicate il primo febbraio, Bruxelles indicava una crescita del Pil italiano all’1,2% su quest’anno. La crescita media nell’area euro è stimata allo 0,9% quest’anno, cui dovrebbe seguire un più 1,4% nel 2026. Per la Germania l’Ue prevede crescita zero quest’anno e un più 1,1% il prossimo; sulla Francia +0,6% del Pil quest’anno e +1,3% il prossimo; sulla Spagna +2,6% quest’anno e +2% il prossimo.
“La nuova amministrazione Usa ha imposto dazi sui beni importanti da un crescente numero di Paesi e su beni specifici. L’imprevedibilità e apparente arbitrio degli annunci hanno portato l’incertezza a livelli che non si vedevano dai momenti più bui della Pandemia – ha affermato il commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis nella conferenza stampa di presentazione -. E il dazio medio che gli Usa impongono è il più alto, oggi, dagli anni 30” del secolo scorso.
Tornando alla Penisola, Bruxelles (come in precedenza anche il Fondo monetario internazionale) prevede che l’Italia riconduca il prossimo anno il rapporto tra deficit di Bilancio e Pil sotto la soglia del 3%, prevista dal Patto di stabilità e di crescita, ma al tempo stesso si attende che l’incidenza del debito pubblico continui a salire a causa degli effetti dei crediti fiscali del “Superbonus” per l’edilizia.
Il deficit-Pil di quest’anno in Italia dovrebbe ridursi al 3,3%, un decimale in meno rispetto al 2024, in cui era più che dimezzato rispetto al 7,2% del 2023. Nel 2029 questa voce dovrebbe ridursi a 2,9%. Secondo l’Ue, invece, il debito italiano salirà al 136,7% del Pil quest’anno, dal 135,3% del 2024, e poi al 138,2% del 2026.
Più univocamente positive le attese sulla disoccupazione: per l’Italia è previsto un calo consistente al 5,9% quest’anno, dal 6,5% del 2024, e poi stabilità a questo valore anche nel 2026. L’inflazione nella Penisola è stimata all’1,8% quest’anno e in frenata all’1,5% nel 2026.
Proprio sull’inflazione va segnalato che l’Ue prevede un 2,1% per la media dell’area euro quest’anno ma 1,7% nel 2026: un valore inferiore a quello auspicato dalla Bce, che punta ad un caro vita al 2%. Se l’istituzione monetaria, che solitamente osserva attentamente le previsioni economiche della Commissione, dovesse condividere queste aspettative, potrebbe spianarsi la strada ad tagli più consistenti sui tassi di interesse, quantomeno una volta che la partita sui dazi con gli Usa sarà definita con cifre più stabili sul medio-lungo termine.
Il prossimo Consiglio direttivo Bce operativo sui tassi di interesse si svolgerà il 4 e 5 giugno. In quella occasione la Bce aggiornerà anche le sue previsioni economiche.
Interpellato sui recenti apprezzamenti dell’euro, Dombrovskis ha ricordato che proprio la Bce non ha un obiettivo sui cambi valutari. E la forza della valuta ha effetti positivi ma potrebbe influenzare negativamente le esportazioni. A metà giornata l’euro accelera la risalita a 1,1272 dollari. (fonte immagine: European Union, 2025).